Don Ciro e il sacco di Firenze
di Manfredi "Freddy" Adams
Nun saccio si vuie o'ssapìte, ma la vita ed il gioco del tressette hanno parecchie cose in comune. Nel Vascio jucàmmo spisso. Soprattutto a tressette a perdere, dove ll'asso 'e mazze (bastoni) è considerato comme 'o Mammone (chillo ca fà appaurà 'e ccreature). Sapevate che "Mammone" è termine arabo derivante da maymum (scimmione), termine arabo come "càntero" e "guàllera"? No, così, tanto per dire. Comunque, se ti "allànzano" ll'asso 'e mazze, è facile che perdi, è ‘na tragedia: vale 11 punti e, in una partita a 41, con due volte che lo abbuschi sei quasi eliminato e paghi. A volte da bere, ma quasi sempre ce jucàmmo n'euro. Quando sei "piombo a nu palo" cioè quando non puoi rispondere allo stesso seme, puoi giocare una carta di un altro palo e, se hai la fortuna di poter scartare l'asso di bastoni, lo dai volentieri, con un sospiro di sollievo. Carmeniello, quanno è "piombo" a nu palo e riesce ad allanzare ll'asso 'e mazze, ci fischia pure l'odiosa sigletta di "Brava Brava Mariarosa", e jammo 'nfreva. Eh si, lo sfottò insistente lo senti nel sangue, quando si mette in circolo rischi di perdere il controllo, proprio come una febbre (freva) violenta.
Come dicevo prima, quando nella vita acchiappi qualche asso 'e mazze di troppo, ti sconfidi e pensi che succede tutte cose a te. Questa per me è stata 'na semmana tosta. Aggia pigliato troppi asse 'e mazze e pe' ffà repusà nu poco 'e ccervelle, me ne sono andato a Muntevergine cu' muglierema pe' ppoi turnà a sera tarde. Nun me vulevo vedè nemmeno 'a partita d''o Napule, o vedere gente dinto e fore 'o Vascio.
Ce ne sagliettemo con la funicolare, avimmo ascoltato Messa, pregato, e alla fine ci siamo goduti il pomeriggio nella tranquilla Mercogliano, il paese del presidentissimo Sibilia, morto a 94 anni una decina di giorni fa. Quel Presidente era una persona vera, portò l'Avellino nel calcio che conta e qualche partita al Partenio andai pure io a vederla. Memorabili alcune dichiarazioni come quelle sull'amalgama ("Ci vuole l'amalgama per questa squadra? Non ci sono problemi, lo compro!") o sui guanti del portiere ("il portiere vuole i guanti? Io non ho preferenze, o a tutti o a nessuno!"), ma capì prima degli altri come stava cambiando il pallone: “Non mi diverto più. Il calcio è in mano ai procuratori. Quando si chiamavano mediatori, li cacciammo dal calcio. Ora comandano loro. Contano i loro telefonini che decidono i risultati delle partite. E il pesce puzza dalla testa. Le istituzioni del calcio sono fradice”. Ecco perché lo striscione su di lui al San Paolo me piacette particolarmente.
Però nun tenevo 'o core ‘e me ne stà llà. Aggio fatto ‘o “pare e spare” (il pari e dispari) giusto a tiempo pe’ turnà e vedé il nostro amato Napoli se era in grado di continuare, anche fuori casa e contro una squadra tosta, a dare dimostrazione di buon calcio e di portare a casa i tre punti.
Aggio fatto bbuono. Aggio visto un grande Napoli a Firenze. Una squadra tosta, capace di imporre gioco e creare tante azioni pe' ffà gol. La solita imprecisione che alla fine ci ha fatto soffrire (e pure assai) perché la Fiorentina ha provato seriamente a pareggiare. Guinguìn (come lo chiama Nonna Maria fore 'o vico) ha segnato e ce fa piacere, ma avimma chiudere le partite prima!! O’ ssanno, lloro, che tanti vicchiarielli seguono il Napoli? E’ vvulite tenè 'ncoppa 'a cuscienza? Meno male che ci ha pensato la nostra traversa, una parata esaggerata di Rafaeluccio (qualcuno dicette, doppo il primo tempo contro al Verona finito 1-1, che nuie tenévemo 'o Rafael sbagliato...la partita finì 6-2) e soprattutto, al 90', davanti alla propria porta, un muro enorme ed invalicabile come il suo vero nome le cui iniziali, doppia K, fanno pensare proprio al K2: 'NA MUNTAGNA!! Vittoria pesante, serviva una prova di orgoglio e sofferenza. Sofferenza su più fronti: penso a quelli che tirano ancora in ballo il Bilbao, e forse pure il Chelsea due anni fa o i play off contro all'Avellino nel 2005, e che miseria!...facitevella 'na resata..! Non dite che soffrite troppo per il Napoli per troppo amore perché vuol dire che le scuse le sapete trovare bene. Ammettete ca nun capìte niente 'e pallone e facimmo pace, ahahah. Nientedimeno hanno ammazzato una campagna acquisti prima di vedere i giocatori all’opera per almeno una quindicina di partite; pregavano sceicchi e marajà per rilevare il Napoli; volevano addirittura lo scalpo di Don Rafè!... Nun capisce niente, è troppo fissato sul suo schema, ecc..,ecc..? E alla vostra sofferenza appoggio la mia soddisfazione quanno Higuain è stato sostituito da un difensore a dieci minuti dalla fine...
Però polemiche, ripicche, rivincite, sono tutte scemità alla fine, forse occasioni per qualche chiacchierata.
Su una cosa però siamo tutti d'accordo dopo la partita: il dispiacere per la sofferenza di quel guaglione infortunato.
Anche da lui volevano il cocco ammunnato e buono (per i non napoletani significa volere l'uovo privo del guscio ed anche saporito, metaforicamente pretendere di non sottoporsi nemmeno all'immane fatica di sgusciare un uovo bollito, quindi di riceverlo servito nel migliore dei modi): Insigne è scarso, non segna. Insigne sbaglia spesso i tiri. Insigne non sa marcare. Insigne non deve correre avanti e dietro. Ohè, ma che vi pensate ca tenimmo a Robocop?? È diventato il migliore del Napoli! Don Rafele 'ncoppa 'a panchina lo ha portato a livelli europei. Non a caso lo ha fatto giocare sempre. Giocatori così si vedono soltanto nel Bayern Monaco e nel Real Madrid. Corrono avanti e dietro, recuperano palloni e si propongono in avanti per creare azioni da gol. Solo qualche settimana fa il suo infortunio avrebbe fatto felici parecchi suoi detrattori che sono solo e soltanto napoletani. Adesso ne sentiremo la sua mancanza, tutti. Perché sappiamo che con Mertens non è la stessa cosa. Perché un napoletano nella nostra squadra lo vogliamo. Perché si impegnava comme a nu pazzo. Perché nonostante sia un guaglione è tutto casa e famiglia. Perché odiamo le seccie. Perché quanno joca a pallone è comme si stesse jucanno nu figlio nuosto. Perché qualcuno deve essere profeta in Patria e lui è attaccatissimo alla maglia. Perché nei momenti difficili si vede chi è un vero campione. Perché un infortunio è un cosa seria e umanamente, prima che come tifosi malati, ne siamo davvero dispiaciuti.
Spero lo siano pure i "frettilli" e i feroci risentiti per qualche uscita del semplice Lorenzuccio. Perché si perdonano gesti ed uscite a persone colte ed istruite, perché mai non a lui che è un istintivo!?
Forza Lorenzuccio ti aspettiamo. Stavolta ll'asso 'e mazze è toccato a te... Ma 'a partita nunn'è fernuta!