Napoli-Lazio 4-3, la partita più bella dell’era Mazzarri

Il San Paolo pieno, la tripletta di Cavani, il sogno scudetto: come dimenticare una gara così?
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    di Domenico Zaccaria

    Iniziammo la stagione sognando un piazzamento Champions e a un certo punto, complice la frenata del Milan primo in classifica, ci ritrovammo a lottare per lo scudetto. Il sogno durò solo per tre giornate, infranto dall’Udinese del futuro azzurro Inler e dell’ex Denis. Ma Napoli-Lazio e Bologna-Napoli rimarranno per sempre nel nostro cuore. La sfida agli uomini di Reja – che, guarda caso, ora siede di nuovo su quella panchina – fu un vero e proprio concentrato di emozioni, emblema della grandezza e dei limiti della squadra di Mazzarri: ingenuità difensive, un pizzico di fortuna e dipendenza da un fenomeno di nome Cavani; ma anche quella capacità di non mollare mai e di recuperare partite incredibili che ora ci manca, eccome. Andare sotto 2-0 e pareggiare in un minuto fu un’impresa; riandare sotto per un’incredibile autorete e avere la forza di ribaltare il risultato fu L’IMPRESA, la partita più bella dell’intera era Mazzarri. Sono tanti i flash che vale la pena ricordare. L’accoglienza a Edy Reja, innanzitutto, con fiori, applausi e cori (perché Napoli non dimentica). Il dito medio di Lichtsteiner al San Paolo dopo lo 0-1 di Mauri (in perfetto stile Juve, già da laziale). Il gol di Dossena (non proprio un bomber) che riaprì i giochi. Le parole del portiere laziale Muslera alla vigilia della partita: “Cavani non mi fa paura, lo conosco bene” (Edi lo bucherà tre volte). Il gol fantasma (mica tanto) di Brocchi. L’autogol di Aronica. E infine la pazza azione del 4-3, ovviamente al 90esimo, sull’asse Lucarelli-Mascara: poveri ma belli, insomma. Ma con un cuore grande così.

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