Livorno-Napoli, quando Maggio si travestì da Van Basten
di Domenico Zaccaria
Era il primo Napoli di Mazzarri. Una squadra che, nell’approccio alle partite, non conosceva mezze misure: quando era in giornata entrava in campo col sangue agli occhi e metteva sotto anche squadre più forti, altrimenti regalava un tempo agli avversari, e poco importava se di fronte aveva la Juventus o il Livorno. Ecco, era proprio una di quelle giornate in cui gli azzurri, indolenti, sembravano attendere l’intervallo per ricevere la strigliata del mister di San Vincenzo e rientrare in campo nella ripresa con ben altro atteggiamento. Da questo punto di vista, nulla sarebbe cambiato negli anni successivi, ma questa è un’altra storia.
Era il secondo anno a Napoli di Christian Maggio. Grande generosità, ottima corsa, piedi così e così: uno di quei terzini a cui manca solo un po’ di qualità tecnica per diventare grande. Carriera onesta e una sola stagione di gloria, quella precedente il suo approdo sotto il Vesuvio, nella Sampdoria in cui gioca un certo Cassano: forse mai così ispirato, per un’intera stagione Fantantonio si diverte a mettere i compagni davanti alla porta con giocate straordinarie. E così il buon Maggio ne mette dentro addirittura 9, con la perla del gol decisivo nel derby con il Genoa (dopo averne sbagliati 3 clamorosi, ma questa è un’altra storia). Ecco, era proprio una di quelle giornate in cui Christian correva tanto ma un po’ a vuoto, arrivava sul fondo ma non riusciva a crossare, spingeva senza però sostenere a dovere l’attacco.
E’ il 24 gennaio del 2010, minuto 46 del primo tempo, e all’Armando Picchi Livorno e Napoli sono sullo 0-0. A centrocampo, una palla sporca arriva sui piedi di Aronica che, quasi per evitare guai peggiori, la lancia senza grandi pretese verso l’area amaranto, sperando che Denis si inventi qualcosa. Arriva invece Christian Maggio ed anticipa tutti, difensori avversari e compagno di squadra argentino. La coordinazione è da grande attaccante, l’impatto a incrociare è perfetto, il pallone disegna una parabola magnifica e finisce all’incrocio dei pali. E’ Christian Maggio, in un semplice Livorno-Napoli di campionato, eppure sembra di rivedere il famoso gol di Marco Van Basten all’URSS nella finale degli Europei del 1988. La partita terminerà 2 a 0 per gli azzurri (con raddoppio di Cigarini), al 14esimo risultato utile consecutivo; sullo 0-1 Morgan De Sancitis ipnotizzerà Lucarelli dal dischetto, e a fine gara Serse Cosmi sarà esonerato dal presidente amaranto Spinelli. Ma tutti i tifosi del Napoli ricordano quella partita solo per la prodezza di Maggio, il cavallo da corsa che per un pomeriggio si trasformò in cigno. Nel cigno di Utrecht.