Dieci motivazioni per non mollare. Anche in dieci. Per giocare alla grande le prossime dieci
di Boris Sollazzo
Ci sono i serial killer. E ci sono i killer di serie A. Poi c'è il killer della serie A, di solito impersonato da personaggi squallidi e che meritano il nostro disprezzo. Perché hanno addosso ancora il cartellino del prezzo. Il loro. Noi dobbiamo essere più forti di tutti. E giocare le prossime dieci partite da eroi. Come oggi. Per dieci ottimi motivi.
1. Dobbiamo farlo per Dries Mertens. Entra a un quarto d'ora dalla fine, subisce un fallo. Si rialza. Vuole darci ciò che è giusto, senza paura, con il coraggio dei puri. E dei duri. Savic, comprimario, lo può solo abbattere con un fallo vergognoso. Esce su una gamba sola. Dobbiamo vincere per lui, perché lui non ha pensato neanche per un attimo a se stesso, al suo primo mondiale, alla sua incolumità. Lui ha pensato solo a noi.
2. Dobbiamo farlo per Pepe Reina, Raul Albiol e Gonzalo Higuain. Il nostro portierone, oggi, è uscito come noi facevamo al parco, inseguendo l'attaccante, magari anche urlando "portieri volanti!". Capita, quando si è divini come te, di cadere. Ma io lo so che fra tre giorni risorgerai. Raul, lo so. Hai giocato più partite quest'anno che nei 1000 giorni precedenti: solo i grandi sanno soffrire, resistere e ritrovarsi. Fallo. Anche da dietro se necessario.
E anche tu, Pipita, così grintoso e rabbioso, non pensare più al Porto, né a Neto. Se siamo dove siamo, a te, a voi, lo dobbiamo. Siete i nostri giganti. Anche ora. Soprattutto ora.
3. Per i ragazzi del Club Napoli Castelli Romani. Perché non dimenticheró questo viaggio insieme a raccontarci di Napoli e del Napoli, da Antonio Malavolta vicino all'autista, alla famiglia Del Forno in fondo al pullman, una famiglia che sa cos'è l'amore, azzurro ovviamente. Un'avventura da Champions.
E anche per quella splendida ragazza, alla sua prima al San Paolo, che con lo sguardo triste e incredulo malediceva Tagliavento. Tanto era chiaro anche a lei chi fosse e cosa stesse facendo, quel professionista. Di cosa, non fatemelo dire.
4. Per Henrique. Lo abbiamo criticato e deriso prima che scendesse in campo. Io per primo. Ma ha l'anima e la cazzimma del guerriero azzurro. Non molla mai, non si rassegna. Come noi. Oppure è davvero Donadel e avevamo giudicato male anche lui?
5. Per Tagliavento. Perché lui, Cesar, Savic non conosceranno mai la grande bellezza del calcio. Perché c'è più dignità nell'impegno spesso vano di Reveillere che nel modo in cui loro disonorano questo sport.
Certo, con loro, il risultato lo metti in banca. Di sicuro non quella etica, però.
6. Perché è dura farsi un Ghoulam così e poi uscire sconfitti. C'è chi ce l'ha rosso e chi ce l'ha rotto. Lo so.
È dura quanto sentire come sia profondo il (disagio di) Marek. O vedere Mertens a pezzi. E pezzi di Mer...tens rimanere in campo, invece.
7. Per José Maria Callejón. Se Pepe oggi l'avesse avvertito in tempo, sarebbe pure andato a parare su Joaquin. Anche oggi marca alla grande Reveillere, lasciandogli pochi palloni, poi nasconde l'espulso Ghoulam sotto la maglietta, e gioca per due. Il giorno che scopriranno come fa, il problema delle energie alternative sarà definitivamente risolto. E pure quello del teletrasporto.
8. Perché Benitez, si sa, lo dicono tutti, ha culo. Infatti nel suo momento migliore in campionato viene fermato da un arbitraggio imbarazzante a Roma. E se nei primi 20 minuti allo Juventus Stadium prima ti convalidano un gol di Llorente in fuorigioco e poi non ti danno un rigore clamoroso su Higuain, ovvio che sei baciato dalla sorte: metti che l'arbitro decideva, contro i bianconeri, di fischiare giusto, sarebbe stato uno dei segni inequivocabili dell'Apocalisse imminente. Prova tu a vincere poi, dopo la fine del mondo.
Non dimentichiamo ancora che, sfoderando la sua proverbiale fortuna, viene eliminato dalla Champions League alla pari con la prima del girone, per un solo gol di troppo. Uno solo. In sei partite.
La sua rosa ha subito la peggiore ecatombe di infortuni traumatici (non dipendenti da altro che dalla sfiga, quindi) che si ricordino a Napoli. Andate a vedere su youtube come commenterebbe Nando Martellone quest'evento più unico che raro. Benitez, poi, ha un gran culo perché il Bologna contro la Roma sbaglia gol incredibili all'ultimo e noi al Dall'Ara prendiamo una doppietta da Rolando Bianchi -quasi sicuramente l'ultima della carriera-, che al 92' fa 2-2 nell'unica sortita oltre la metà campo dei felsinei da 20 minuti a quella parte. Perché Cesar contro i giallorossi fa un assist per Gervinho e un velo per Destro da campione. Giocandogli contro, però. Contro il Chievo, invece, noi vediamo Sardo tirare alla Van Basten e prendiamo tre pali. Perché la punizione di Calaiò contro il Genoa o l'autogol di Reina contro il Livorno li prende solo chi ha la dea bendata dalla sua, no?
Perché Rafa fa giocare ai suoi le migliori partite della stagione e viene eliminato prima dall'Europa League per improbabili deviazioni ed errori di pochi centimetri, poi perde con la Fiorentina per un'ingenuità in cui il suo portiere, forse, era cascato l'ultima volta all'età di tre anni.
Il celeberrimo culo di Benitez. Già.
9. Perché Aurelio mio, ora capitolo anche io e te lo dico: cacc'e sord. Però comincia a darli anche tu alle persone giuste. Ti diamo un aiuto: vanno in campo e hanno spesso casacche ben più brutte della nostra mimetica. Usano fischi e bandiere, ma non sono ultras.
Sto parlando delle cheerleaders, cosa avevi capito presidente mio presidente?
10. Perché il 3 maggio dobbiamo riprenderci tutto. E se loro sono quelli di stasera, io metterei titolari Bariti, Radosevic e Zapata. Che poi c'è Napoli-Cagliari.