Dieci buoni motivi per cui chi conosce la verità storica non può festeggiare l'anniversario dell'unità d'Italia

Un ricercatore ci dice, con un decalogo, il motivo per cui oggi, 17 marzo 2014, a 153 anni dalla proclamazione del Regno d'Italia, è una data da (non) dimenticare e, soprattutto, da non celebrare. Ecco perché Torino-Napoli, oggi, non è solo una partita
  • di Manfredi "Freddy" Adamo*

    La partita con i granata, in una giornata come questa, non è solo un match calcistico. Ma un'occasione per ricordare la storia nascosta, quello che con il lavoro di ricerca mio, e di molti altri, stiamo cercando di far venire alla luce.
    E allora vi dico i motivi per cui io, l'Unità d'Italia, non la festeggio. Anzi.

    1. NON FESTEGGIO perché quando i piemontesi hanno invaso il sud lo hanno fatto SOLAMENTE per scongiurare il rischio di bancarotta delle finanze savoiarde, già dissestate, altro che “liberare i fratelli meridionali” che tra le altre cose erano di un altro Regno molto più florido e ricco del loro.

    2. NON FESTEGGIO perché, dopo l'Annessione, tutti i più importanti poli industriali del sud furono smantellati dai fratelli italiani per trasferirne gli stabilimenti prima, e le commesse (produzioni) al nord poi.

    3. NON FESTEGGIO perché per conquistare le ricchezze del Sud, fu compiuta la PRIMA PULIZIA ETNICA della civiltà (?) occidentale, con quasi 1 MILIONE di vittime senza contare tutte le  donne stuprate.

    4. NON FESTEGGIO perché il nuovo STATO ITALIANO trasformò alcune carceri in veri e propri LAGER, il più famoso quello di FENESTRELLE, in cui furono deportati poveri contadini ed ex soldati borbonici a morire di stenti e vessazioni perpetrati da chi si reputava un liberatore.

    5. NON FESTEGGIO perché l’Italia ha dovuto trasformare il «risorgimento» in una religione di Stato, consacrando “eroi” quei criminali di guerra come Cialdini, Garibaldi e numerosi altri, ai quali sono stati poi dedicati monumenti, strade, piazze e caserme. Un esempio classico di come la storia è sempre scritta dal vincitore, omettendo i crimini contro l’umanità e continuando a diffondere da oltre un secolo le menzogne risorgimentali, mai considerando le verità scottanti che hanno sconvolto intere popolazioni.

    6. NON FESTEGGIO perché ho capito cosa sia davvero successo: non mi sono fermato al racconto dei libri di scuola e alla storiella che dobbiamo essere tutti uniti, soprattutto perché chi ci ha uniti lo ha fatto con i cannoni e con la forca.

    7. NON FESTEGGIO perché solo DOPO l'Annessione la gente del Sud iniziò ad emigrare per poter vivere dignitosamente mentre chi restò venne etichettato come "brigante" e perseguitato solo perchè si ribellava allo straniero.

    8. NON FESTEGGIO perchè dopo aver lasciato il SUD nelle mani della mafia locale e costrette a vivere di solo latifondismo, le famiglie furono inoltre "derubate" delle braccia agricole, visto che figli e padri sono stati mandati a morire in prima linea al fronte durante la guerra del '15-'18... "tanto, è gente del SUD, carne da macello, non ci "serve"".

    9. NON FESTEGGIO perché sui libri di storia ho sempre letto un'altra storia in cui il Sud, prima dell'Annessione, viene descritto come un luogo selvaggio e incivile, povero, in mano a tiranni ed il nord come un posto di grande modernità e cultura e ricco. INVECE ERA IL CONTRARIO: Napoli era la Capitale culturale del Mediterraneo, adesso la riempiono di munnezza.

    10. NON FESTEGGIO finché ci sarà anche solo uno e dico uno solo nel suolo italico che non perde l’occasione per insultare i meridionali dando luogo ad un becero razzismo.

    *ricercatore

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