I dieci indizi del gomblotto ai danni della Roma. Ecco perché abbiamo vinto

Siamo convinti di aver vinto dominando i giallorossi, lo so. Di averli schiacciati, di aver fatto la partita perfetta. Ma dobbiamo affrontare la verità: ben dieci irregolarità hanno sottratto ai capitolini una meritata vittoria. E noi ve le sveliamo
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    di Boris Sollazzo

    Sabato pomeriggio gioivo, ingenuamente. Ero fiero di quel trionfo che poteva persino essere più consistente (non dico 7-1, ma 4-0 sì). E invece tutti sanno che il Sistema ce l’ha con la squadra attualmente seconda in classifica. E visto che i tifosi romanisti sono acuti e abili – persino più del dietrologo per eccellenza, l’onorevole pentastelluto Carlo Sibilia -, visto che a loro non la si fa, tanto vale confessare subito e rivelare le dieci ingiustizie che hanno tolto tre punti sacrosanti ai giallorossi. Proprio come successe lo scorso anno.

    1. Tutti pensavano che vietare ai residenti a Roma e nel Lazio l’accesso allo stadio San Paolo fosse dovuto agli eventi tragici del 3 maggio scorso. E in fondo lo striscione demenziale e orribile della curva B che promette una vendetta “senza pietà” (risposta ai Forza Daniele! e Napoletano infame in Curva Sud solo sei giorni dopo lo sparo a Ciro, o al comunicato di solidarietà della Curva Sud di qualche giorno dopo) starebbe anche a dimostrarlo. E invece no, cari miei. Sapete tutti che la famosa nonna di Florenzi è una capitolina verace, residente nella Città Eterna da sempre. Ovvio che il divieto fosse volto a impedire la sua presenza in tribuna. E’ forse un caso che il nipote Alessandro abbia fallito due occasioni da gol e lisciato un pallone in area, pur se libero e in ottima posizione?

    2. La Congiura delle S e delle N. Questo è uno scoop di Extranapoli. Non è ancora chiaro se sia frutto di un complesso rituale massonico o di una fattura lanciata da una strega esperta di malocchio, ma a Fuorigrotta sono destinati a fallire tutti i romanisti che finiscono per S e a giganteggiare tutti i napoletani che finiscono per N. E se HiguaiN e CallejòN hanno segnato e seminato il terrore nell’area avversaria, TorosidiS, HolebaS e pure un po’ ManolaS hanno fatto ridere i polli. Devo davvero ricordarvi che i nostri due hanno segnato tre dei quattro gol delle due vittorie precedenti a questa e che in Coppa Italia, nella semifinale di ritorno dell’anno scorso, BastoS ha dato una nuova accezione all’espressione “oggi le comiche”?

    3. Lo Stradivari di Rudi. Un altro scoop del nostro sito. Tutti ricorderete che Rudi Garcia, prima di venire alla Roma, era famoso soprattutto per la sua versione alla chitarra, live dallo spogliatoio, del Porompompero. Anche De Rossi aveva dichiarato il suo stupore per quella prova d’artista.
    Uno dei segreti del mago di Nemours pare sia proprio la musicoterapia. Il pifferaio magico di Trigoria motiverebbe i suoi con concertini ad hoc. Un tempo con la chitarra, ora con il violino. Ma nei sotterranei del San Paolo, ecco il giallo. Il violino di Rudi è stato rubato! Come allo Juventus Stadium, dove i furti son di casa, si sa. Come d’altronde tutti sono a conoscenza del fatto che a Napoli non si possono portare oggetti di valore.
    A Torino, anche con una certa poesia, provò a sublimare mimando una sinfonia con le sole mani.
    Fu espulso. Qui, memore di quella disavventura, non ha potuto suonare neanche per finta. E ormai si sa che quando Rudi non può suonare, gliele suonano.
    Si sono aperte subito le indagini sullo strumento sottratto con destrezza. Molti giurano di aver visto al Gazebo posto di fronte alla curva B Genny ‘a Carogna che lo suonava con l’abilità di un Paganini moderno commovendo gli astanti con una versione entusiasmante di Oj vita mia.

    4. A Roma, turisti e abitanti si interrogano da anni sul mistero dei segnali stradali. Quale? Nella Capitale mancano spesso le indicazioni per la stazione dei treni, per l’aeroporto e per il centro storico. Ma non temete, ovunque saprete come arrivare all’Auditorium. Bene, pare che Auditorium, in latino antico, significasse “centro del villaggio”. A Napoli i suddetti segnali, ovviamente, non ci sono e pare che i giallorossi siano stati gabbati da Michu, scambiato per un turista svedese, che li avrebbe spediti a Ponticelli. E lì Aurelio De Laurentiis non ci vuole costruire lo stadio, perché mai Pallotta e soci dovrebbero riportarci la loro Chiesa?

    5. Alla Roma era stato assicurato che uno dei loro incubi peggiori, Pepe Reina, quest’anno non ci sarebbe stato. L’uomo che ha fermato Destro con un miracolo nella scorsa Coppa Italia, il numero uno che li ha fatti impazzire con i suoi tweet. Pensate allo sgomento quando lo hanno visto in tribuna. E’ chiaro che parte del complotto sia anche il buon Guardiola, che vuole minare le certezze dei giallorossi in vista della partita di Monaco dei prossimi giorni. La presenza dello spagnolo, però, lascia configurare la concreta possibilità di uno 0-3 a tavolino per i romanisti. E in fondo è giusto così.

    6. A proposito di Pep. Non di Pepe, di Pep. Ricordate la semifinale di Champions League della stagione 2009-2010? Per una nube che copriva l’intera Europa, frutto di un vulcano che chiaramente tifava Real Madrid, il Barcellona di Guardiola si sobbarcò 14 ore in pullman. L’allora mister blaugrana non si lamentò del disagio, né prima della partita né dopo la sconfitta. E neanche dopo essere stato eliminato. Ma diciamolo, il profeta del tiki taka a Garcia “al massimo je po’ spiccià casa”. Volete mettere questo piccolo contrattempo con il terribile itinerario imposto alla Roma? Mezz’ora di volo da Fiumicino a Capodichino, per ragioni di sicurezza, su un volo charter. Insopportabile. E poi hanno dovuto cambiare l'albergo rispetto alle precedenti trasferte. Atroce. E poi immaginate lo stress dei giocatori che già immaginavano scenari di guerra e che invece sono arrivati allo stadio bombardati dall’indifferenza generale. Neanche un sassolino sul pullman, un uovo che ne insozzasse i vetri. Immaginateli, poverini, a ritrovarsi privi di un alibi tanto comodo per una possibile sconfitta. Teribbile.

    7. Lo scandalo Tagliavento. Erano bastati i suoi precedenti a far sussultare il tifo dei lupacchiotti. Aveva già due Napoli-Roma nel curriculum, entrambi vinti dagli azzurri. E si sa, due indizi fanno una prova. E lui cosa ti combina? Qualcosa di diabolico. Non gli dà contro neanche un rigore fuori area, i suoi assistenti non sbagliano un fuorigioco a favore dei padroni di casa, evita persino di buttar fuori Nainggolan e dà un giallo inspiegabile a Maggio. Ma come, uno si prepara per una settimana ad aspettarsi errori e ingiustizie da parte dell’arbitro e il direttore di gara si dimostra persino lievemente favorevole a te? E’ chiaro che si sentissero disorientati i poveretti! Non a caso il povero Radja invece di giocare protestava, urlava, si disperava. Pare che il signore in nero gli abbia detto, a un certo punto “io un rigore generoso ve lo darei pure, ma voi almeno entrate in area!”.
    Protestano anche siti e pagine Facebook di marca giallorossa: erano già pronti a riciclare i fotomontaggi di Rocchi con il buon Tagliavento.

    8. E’ fatto noto che Rudi Garcia sia stato ospite di Rafa Benitez, che abbia assistito ai suoi allenamenti, che lo consideri un amico e forse anche un mentore. Ma del lavoro di Don Rafé, è evidente, “il miglior allenatore del mondo” non ci ha capito nulla. Ma difficile che il Premio Nobel per lo Sport, l’Oscar come miglior mister protagonista, il Premio Strega delle panchine d’oro, l’uomo dalle previsioni infallibili - “vinceremo lo scudetto” ha detto, dopo l’1-7 contro il Bayern, l’anno scorso disse “vinceremo la Coppa Italia” dopo l’andata della semifinale - possa sbagliare. E allora, complotto dei complotti, c’è solo una spiegazione: Rafa lo ha ingannato. Pare infatti che quando veniva Rudi Garcia a vederlo, lui facesse allenare i suoi secondo il manuale del calcio scritto a sei mani da Luigi Del Neri, Bortolo Mutti e Ciccio Graziani.

    9. Era già successo lo scorso anno, ma non ci è servito. Abbiamo di nuovo schierato dei supereroi che, come si sa, non sono tesserabili nel campionato italiano. In questo caso, i fantastici 4. Walter Gargano ha addirittura svelato la sua identità: non è un onesto mestierante del centrocampo, ma la versione napoletana dell’uomo pipistrello, Batman Pulcinella. Stoico, prova colpi e contrasti di testa pur essendo un nano con lo zigomo rotto. D’altronde solo con dei superpoteri potevi sradicare la palla che poi ha portato al 2-0. La Roccia è Koulibaly, metà Lilian Thuram e metà Usain Bolt. Nel contropiede solitario ha infranto il muro del suono. Poi c'è Superman Higuain che lancia e segna con la perfezione elegante che abbiamo sempre riconosciuto al ragazzo di Krypton. La mezza rovesciata, diciamolo, poteva farla solo uno di un altro pianeta. Infine Lorenzo Insigne, che ieri sembrava un gigante. E solo con doti soprannaturali il ragazzo di Frattamaggiore potrebbe sembrarlo, visti i suoi 163 centimetri. Cioè, per dire, la cassettiera di mia moglie è più alta.

    10. “La storia dei cecchini”. “Se semo scansati, dovevamo perde”. “Non potevamo vince, era scritto”. Hanno pure messo all’indice la povera Antonella Leardi. La tesi è: se vincevamo noi giallorossi, era la guerra. E noi conosciamo il commovente altruismo dei nostri lupacchiotti. 
    Da fonte certa siamo venuti a sapere che contro il Bayern si sarebbero fatti umiliare per favorire le trattative tra Renzi e Merkel per sforare il famoso 3%.

    Bonus track: ricordiamo che i romanisti, peraltro, sono costretti da almeno un anno a giocare sempre con le stesse magliette sporche. Senza lavatrice anche le società migliori soffrono.

    P.S.: complimenti agli idioti che in curva B hanno fatto quello striscione che non intendo nemmeno riportare nel suo testo demenziale. Hanno disobbedito a ciò che la famiglia Esposito chiede da mesi, hanno infangato il nome di Napoli, hanno spostato l’attenzione di tutti verso di loro, attenzione che meritava il pubblico meraviglioso e il suo tifo instancabile (ormai è sicuro: “meglio pochi ma buoni”) e infine hanno permesso ai giallorossi di giocare al loro sport preferito, che è “quando perdo, parlo d’altro e la butto in caciara”.

    P.S. II: tutti i virgolettati presenti nel testo che avete appena letto sono veri, sentiti in varie radio romane e romaniste, pronunciate da speaker e ascoltatori.

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