Dieci indizi che ci dicono che ieri, in realtà, il Napoli ha perso

Siamo tutti contenti per aver tagliato il traguardo dei 30 punti in trasferta. Per aver sfatato il tabù del Massimino in serie A. Ma la verità, è duro ammetterlo, è che siamo stati sconfitti. Vi spieghiamo perché
  • ilmattino.it

    di Boris Sollazzo

    Ragazzi, c'è qualcosa che tutti noi dobbiamo sapere. Non siamo a più 10 sulla Fiorentina. Non abbiamo tenuto le distanze con la Roma. No, ieri al Massimino non è finita 4-2 per noi. Mi costa essere io a dirvelo, ma è così. Ci sono dieci indizi chiarissimi che ci dicono che qualcosa non torna nella vittoria di ieri. Proviamo a esplorarli insieme.

    1. Del match di Catania, quattro marcatori su sei non avevano mai segnato in serie A. Uno dei due "esperti" il primo lo aveva segnato qualche minuto prima (Zapata), l'altro ne ha segnato uno che farebbe la fortuna di "Mai dire gol". Ora, che giocatori che mai avevano visto la porta la mettano dentro contro di noi, non è un caso. E' una regola. Che succeda anche a nostro favore, è improbabile. Impossibile direi. Appunto.

    2. Conviene a tutti noi che il Napoli, dall'omologazione del risultato di ieri, esca sconfitto. Ora già è dura per chi ha ridicolizzato Mertens e Callejòn in estate, ma vi immaginate i soloni napoletani a commentare il Napoli nei prossimi giorni? Proprio loro che, ridendo e godendo, definivano bonariamente e sorridendo sotto i baffi mal rasati, il buon Henrique un bidone? Per dire, conosco un telecronista tifoso che quando il Napoli perde twitta sulla sconfitta, e quando vince, invece, fa un bel post sulla partita successiva. Li immagino ancora lì, sui loro divani, nelle loro postazioni stampa, ancora bloccati dentro la tribuna del Massimino. Li vedo che non riescono a uscire dallo stadio catanese, ancora intontiti da quel mix di Careca e Van Basten che si è impossessato del corpo di Henrique. Sì, lo schiappone, quello che anche il sottoscritto definiva un "Donadel in incognito". E io quanto godo a darmi del cretino, ragazzi, a scoprire che Bigon e Benitez ci hanno visto lungo. Quanto mi delizia la mia incompetenza, la mia ironia fuori posto. Voglio sbagliarmi, sempre. Ma loro? Il fuoco amico che fa più danni e morti di quello nemico contro chi si scaglierà, oggi? No, fidatevi: meglio scoprire d'aver perso. Perché io il Napoli lo amo, loro lo vampirizzano.

    3. Ora, però, diciamolo. Primo tempo: segna Zapata con lo schema Callejòn. Lo spagnolo crossa in mezzo con forza, Duvàn a porta vuota cerca di liberare, ma la palla finisce sotto la traversa. Non voleva segnare, infatti non esulta e si fa il segno della croce temendo il linciaggio di compagni, tifosi e allenatore. Quando lo abbracciano, la faccia è di chi pensa "questi sono matti". Al secondo gol, chiaramente frutto di un tocco non voluto, non in quei termini almeno, allarga le braccia e parla con diverse divinità. Non esulta, sa che non gli convalideranno quei gol. E poi, su, il gol di Henrique: neanche alla playstation riusciremmo a farlo segnare così. Ecco cos'era: una partita giocata alla consolle, per errore mandata sulle pay-tv. La verità è che è finita 2-0, vale il secondo tempo. Quello sì, era il Napoli di Benitez che gli opinionisti partenopei vogliono. Altrimenti come e chi criticherebbero?

    4. Abbiamo perso perché altrimenti troppa gente sarebbe costretta a dire che Bigon ci ha visto giusto a gennaio, persino andando un po' contro Benitez. E come si fa a chiedere ad Aurelio di cacciare i suord' se ora invece di Fideleff ti porta Henrique (sì, lo so, lo sto citando ossessivamente: sono ore che guardo il suo gol e ancora non ci credo), se invece di Vargas arriva uno come Zapata che ti segna una doppietta decisiva, dopo averti già regalato la vittoria a Marsiglia in Champions e il pareggio, pur inutile, con il Porto in Europa League?

    5. Vi ho già parlato di Henrique?... ma... cos'è quella camicia di forza? Aiuto....!

    6. Tireranno fuori che il portiere dei siciliani è già sotto contratto con noi. Io mi sento di dire solo: grazie Andujar. Certo, tutto questo attaccamento alla maglia non me l'aspettavo. Però grazie, davvero. Anche da parte di Tony Doblas, che dopo questa tua partità verrà sicuramente riconfermato e non rientrerà nelle file degli esodati. Alla faccia della Fornero.

    7. Che fosse una partita finta dovevamo capirlo dalla prestazione di Pepe Reina. Non ne ha azzeccata una, un evento quasi più incredibile dei due passaggi consecutivi azzeccati da Britos, che ieri quasi sembrava un giocatore. Quasi.
    Comunque, tornando al nostro numero uno, anzi, venticinque: ci regala un'altra uscita folle, ribattute corte, rinvii alla De Sanctis. Vi pare che in una partita vera il nostro leader, quel fenomeno dei pali avrebbe messo in fila sbagli degni del miglior Coppola? E non parlo di Francis Ford, ovviamente.

    8. L'unico ad aver capito che stavamo perdendo 2-0 e che i 4 gol azzurri erano stati segnati durante il riscaldamento - durante il torello, a giudicare dal disorientamento dei siculi - era Gonzalo Higuain. E infatti entra, ne smarca cinque e prova a segnare. Con l'urgenza di chi è terrorizzato dalla sconfitta. Come direbbe Alessio Capone, #Pipitatuttalavita

    9. Pensate, ieri Callejòn e Insigne non solo se la sono passata un paio di volte, ma al gol dell'iberico si sono corsi persino incontro per esultare insieme. Poi, certo, nel momento in cui si accorgono chi sta di fronte all'altro, tengono larghe le braccia e si scontrano pettorale contro pettorale. Sembra una cosa goliardica, complice (e a noi piace ricordarli così, come nella foto), in verità è una sfida tra galli da combattimento. Quasi un affronto: e infatti poi José a Lorenzinho nel secondo tempo il quinto non glielo fa fare.
    Sembrava una scaramuccia tra ragazzi, sta assumendo i contorni della tragedia condominiale.

    10. Sono preoccupato, ormai è una legge: vinciamo solo se giochiamo male. Usciamo dalle competizioni o falliamo gli scontri diretti solo se giochiamo bene. Se poi ne facciamo più di Carlo in Francia, come dopo lo 0-1 o nel secondo tempo di Catania, allora caliamo giù pure il poker con doppietta improbabile. Contro il Livorno all'andata Pandev, questa volta Zapata. Si scaldi Bariti.

    Bonus track: nel caso avessimo vinto, vi comunico che il giallo è il mio colore e giallo è il mio cuore. Almeno fino alla fine dell'anno. Ai nostri tifosi do un consiglio: abbiamo iniziato a perdere quando abbiamo criticato la scelta scaramantica della seconda maglia. Prendiamo gol ogni volta che iniziamo a cantare "in un mondo che non ci vuole più". Siamo pur sempre napoletani, siam coerenti con le nostre scaramanzie. Anzi, se al posto dell'obbrobrioso remix di O' surdato 'nnamurato per le prossime partite della stagione mettessimo questa canzone? https://www.youtube.com/watch?v=C4mbe7Q_oZw

     

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