Playnapolist dopo Napoli-Empoli
di Raffaele Calvanese
La Juve che gioca prima di noi, na squadra ostica che rappresenta il passato prossimo del nostro allenatore, capace lo scorso anno di toglierci punti importanti e che ancora adesso è un ostacolo per ogni formazione di Serie A: tutti questi erano gli ingredienti che gli azzurri sono stati capaci di trasformare da zavorra a propellente per una delle domeniche più esaltanti del campionato. Cinque gol e l’ennesima prova autorevole sotto il profilo del gioco e della tattica ma, sopra ogni cosa, impagabile sotto il profilo morale.
Sister Sledge – We are Family
Uno dei meriti maggiori di questo meraviglioso Napoli è quello di aver creato una grande famiglia. Si fa un gran parlare in queste settimane di cosa sia davvero una famiglia, quale sia degna di avere il bollino di autenticità, beh ieri allo stadio una famiglia vera si è vista. Una famiglia fatta da migliaia di persone sugli spalti, da undici giocatori in campo e da tutti coloro che erano in panchina, tutti uniti dalla stessa sensazione di obbiettivi comuni, tutti uniti dallo stesso entusiasmo e dallo stesso amore per una città.
Stevie Wonder – Superstition
Non è vero ma ci credo. Chi meglio di noi sa che la superstizione è un sentimento e un’attitudine imprescindibile del tifo per la squadra del cuore. Ieri allo stadio serpeggiava una preoccupazione latente, perché si fa un gran parlare del bel gioco del Napoli e della sua caparbietà. Giocare dopo la Juventus vincitrice, che già con i suoi tifosi e con gran parte della stampa gufavano sul nostro risultato, non era certo facile. Il baratro di imprecazioni che si è aperto dopo il vantaggio empolese ha dato il via al festival del gesto apotropaico, ma fortunatamente in pochi minuti tutto è ritornato a scorrere come doveva e non abbiamo dovuto fare altro che assecondare il naturale corso delle cose.
Skid Row – I remember you
Empoli, dove tutto è iniziato. Empoli ce la ricordiamo bene, Napoli non è Empoli, quante volte lo abbiamo sentito ripetere ad inizio anno. La stessa Empoli che l’anno scorso ci ha dato delle sonore lezioni di calcio, la stessa squadra che anche Sarri arrivò a definire ottimo punto di arrivo per il nostro gioco. Una squadra che, inutile nasconderlo, temevamo al San Paolo, e che è venuta a giocarsi la partita per davvero. Il gol di Paredes, aiutato da una deviazione, aveva fatto gelare il sangue nelle vene dei quarantamila, ma è stato quello il momento della svolta, il Napoli, che già dominava, non si è perso d’animo ribaltando il risultato in pochi minuti. È stato un segnale, una dimostrazione di autorevolezza che ha spianato la strada alla goleada, l’ennesima.
Delta V – Un colpo in un istante
Il Napoli è un’orchestra affiatata, il suo direttore è stato capace di armonizzare tutti i suoi componenti, ma al contempo in questa sinfonia azzurra sanno staccarsi di volta in volta dei solisti pregevoli. Contro l’Empoli Higuain ha messo a segno l’ennesimo gol di una cavalcata impetuosa verso il titolo di capocannoniere, ma senz’altro la punizione di Insigne merita la menzione d’onore. Il calcio piazzato di Lorenzo ha avuto da subito tutti i connotati di un piccolo capolavoro. Il gol che ha segnato il vantaggio partenopeo ha spento gli entusiasmi avversari e ha regalato momenti di poetica calcistica, un colpo in un istante ma capace di cambiare le sorti di un incontro e spianarci la strada verso la vittoria.
The Clash – Magnificent Seven
Questo Napoli ieri ha dato una bella prova di carattere, far giocare la Juventus contro uno svogliato Chievo aveva dato un bel vantaggio psicologico ai nostri avversari, buttando sulle nostre spalle tutti gli oneri di dover continuare una corsa e dover ancora una volta allontanare le minacce bianconere. Il vantaggio empolese avrebbe potuto creare problemi nella testa e nelle gambe, ma è bastato continuare a giocare come sapevamo per chiudere i conti ben prima della fine del primo tempo. Inseguendo la settima vittoria di fila, record per noi lontano un bel po’ di anni, abbiamo saputo ritrovare anche un Callejon goleador. Josè Maria merita di sicuro un pensiero in più, lui che tutti additavamo come sicuro partente, lui che appariva svogliato e non più parte del progetto e che invece ora è il primo dei soldati dell’armata Sarri, l’ultimo ad abbandonare il campo di battaglia e di certo l’interprete più immedesimato nella stagione azzurra.
Forza Napoli Sempre