Rafael e quell’esultanza degna di PinoBatman: le retró-pagelle

Provate a trovarne uno che si prepara il tiro come Higuain, a parte Careca. E un genietto che lancia di tacco dieci secondi dopo essersi alzato dalla panchina, oltre a Zola e Insigne
  • Foto: talksport.com

    di Errico Novi

    RAFAEL: TAGLIALATELA. È per come ha esultato dopo il gol, come un tifoso vero, proprio come il nostro Batman. Bravo Rafael, ti sei riscattato con la naturalezza dei grandi.

    MAGGIO: FRANCINI. Ha fatto di tutto per limitare gli errori, ha evitato di infilarsi in avventure fuori dalla sua portata. Lui, Armero e lo stesso Dzemaili sono la dimostrazione che il rendimento è legato alla capacità di restare concentrati. Il grande Francio - mezzi tecnici limitati e un gol in una notte tanto simile a questa - è il paradigma di tutto il discorso.

    FERNANDEZ: CORRADINI. Un paio di svolazzi a vuoto li offre anche nella grande battaglia, ma quello che colpisce di lui e che lo rende così affine allo stopper dalla chioma vaporosa è la sfrontata disinvoltura che sa mantenere sempre, qualunque cosa accada.

    ALBIOL: BURGNICH. L’eleganza di un grande libero.

    ARMERO: ROBERTO FILIPPI. Corre, crossa bene, non butta via niente, tranne un gol assurdo accompagnato tra le braccia del portiere anziché nell’angolino. La sua miglior partita in azzurro. Adesso Rafa se lo prenda da parte e lo costringa a spiegargli qual è il segreto.

    BEHRAMI: ALEMAO. Lucido, duro senza mai essere volgarmente falloso, consapevole dei suoi limiti e della sua forza. Grazie al Cielo gioca con noi.

    DZEMAILI: CICCIO ROMANO. Equilibrio, prudenza, grande attenzione in copertura. Gli difetta solo un po’ di ossigeno negli ultimi venti minuti. Finché non andiamo sul mercato a prenderci un Mascherano o un Verratti, molto meglio lui di Inler.

    MERTENS: PEPPE MASSA. Non a caso anche tra i soprannomi dei due, “Trilly” e “Peppiniello tric-trac”, c’è una certa assonanza.

    PANDEV: SERGIO CLERICI. Piede fatato, tecnica da extraterrestre come un altro grande del Napoli di Vinicio, a cui lo avvicina il rimpianto di essere arrivato in azzurro quando il fisico non era più quello dei vent’anni.

    INSIGNE: ZOLA. Quando vuole è lui.

    CALLEJON: BAGNI. Da stropicciarsi gli occhi, meraviglioso giocatore a tutto campo, attorno a lui puoi costruire qualsiasi modulo.

    HIGUAIN: CARECA. Un solo dettaglio tecnico, e basta: il tocco prima del tiro-gol. Guardatelo e riguardatelo, la rapidità fulminea, la mossa che spiazza il difensore, la  precisione che prepara il tiro. In un centimetro quadrato e con due difensori addosso. E ditemi se c’è un altro che faceva così oltre a Careca.

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