Goran, talento pigro alla Di Canio: le Retròpagelle di Genoa-Napoli
di Errico Novi
Ci piace il Napoli quando fa quello che deve senza neppure stancarsi troppo. Ci piace perché siamo già tutti con la testa a martedì sera, e perché abbiamo messo tra parentesi la crisi isterica di Napoli-Sassuolo. È bello rivedere Goran che fa quello che sa fare benissimo, che per un mesetto divaga nelle sue assenze e poi all’improvviso torna e dice: «Guardate ragazzi che sono sempre io, eccomi».
Reina – Mette così tanta sicurezza che assomiglierebbe a Zoff, se non fosse troppo allegro
Mesto – Quando ci si mette fa la sua figura. Oddo
Albiol – Elegante anche con i dolorini. Laurent Blanc
Britos – Era uno svampito leggerino, comincia ad essere un rude un po’ sbadato. Sebino Nela (quello che a un certo punto da noi si mise a fare il centrale)
Zuniga – Pilota automatico. Corradini (quello che fischiettava nelle partite facili)
Behrami – Vedete, io metto tutto a posto. Voi per piacere segnate. Bagni (quello di Napoli-Udinese 4-3 dell’84/85, che ebbe più cori di Maradona pur senza segnare)
Inler – Adesso gli viene tutto facile (o quasi). Gli chiederemo i risarcimenti per il pregresso. Magoni
Callejon – Corre tanto, eppure è ancora più intelligente che generoso. Chiarugi
Pandev – E va bene, ho capito, servono un paio di prodezze. Di Canio
Insigne – Ma dove lo mette tutto quel fiato? Carnevale
Zapata – Con le persone intelligenti alla fine ci si intende. Cristiano Lucarelli
Cannavaro – Mamma mia quant’è incazzato. Santacroce
Higuain – Questo comincia pure a correre. Fonseca (quello fulminante)
Dzemaili – È come un pugile tosto che ancora non ha trovato la misura dei colpi. S. v.