Le pagelle di Napoli-Udinese 4-2
di Boris Sollazzo
Ospina ng: la prestazione è da 5, sul primo gol si fa bucare da un tiro lentissimo, sul secondo c'è scarsa reattività. Sembrava la solita partita alla Ospina: ogni tiro nello specchio è gol, ma per fortuna spesso ipnotizza gli avversari che di fronte a lui sbagliano più volentieri. Poi si accascia, al San Paolo e a casa si ferma il cuore di tutti noi, e dallo Stadio San Paolo finisce in codice rosso all'Ospedale San Paolo. Trauma cranico e capisci che quei gol sono figli di quella botta a inizio partita (tac negativa, per fortuna). Ma non si può mettere un'insufficienza a quel coraggio che lo porta a uscite basse al limite dell'autolesionismo e a rimanere in campo anche in precarie condizioni di salute. Forse Ancelotti e De Nicola avrebbero dovuto toglierlo prima. Va detto che con quel male di vivere che si porta negli occhi, non era facile notare la differenza.
Ospina in corto.
Malcuit 6: strana prestazione la sua, in controtendenza rispetto alle sue doti. Inconcludente in attacco nel primo tempo, ottimo in difesa nel secondo, quando Ancelotti gli impone di rimanere basso per aiutare il reparto arretrato. Si sta specializzando nelle diagonali e nelle chiusure in corsa nell'uno contro uno, e non ce lo saremmo aspettato. Appannato tecnicamente ma cresciuto tatticamente.
Non tutti i Malcuit vengono per nuocere.
Maksimovic 5,5: meglio di un Kalidou appannato, ma non dà sicurezza. Il sospetto è che nel futuro si trasformerà direttamente in terzino destro, ruolo in cui ha dato molte più certezze quest'anno, una sorta di Luperto della fascia destra. Nel primo tempo nel caos è l'unico a capirci qualcosa e a limitare i danni, nel secondo al contrario si concede due errori e soprattutto a volte ha amnesie incomprensibili.
Non è al Maksimovic.
Koulibaly 5: sbaglia un gol fatto all'inizio, con il Napoli sul 3-2 fa le sue discese all'arrembaggio lasciando la difesa scoperta (è più ossessionato dal ritorno al gol lui di Dries fino a oggi) e soprattutto non azzecca un intervento nei momenti decisivi se non, forse, in scivolata, sul 2-2 a inizio secondo tempo. Non tiene le distanze (vedi il 2-2), mandando in confusione anche i compagni. Quando Pussetto lo scherza, ti chiedi se un campionato così mediocre non stia cominciando ad annoiarlo.
Da fargli un Kouli così.
Ghoulam 5,5: va al 30% in meno di compagni e avversari. Rispetto all'ultimo Mario Rui, sembra un giocatore di fascia inferiore. Dopo l'ottimo ritorno con il Frosinone, non abbiamo più visto neanche lontanamente il campione che ci aveva fatto innamorare, quello che ci ha permesso di sperare nel sogno scudetto finché non si è fatto male. Piccoli miglioramenti atletici però se ne vedono: è andato spesso sul fondo, in velocità ha dato poco ma in resistenza non ha mollato.
Cuore in Ghoulam.
Callejon 6,5: se non facesse gol e l'assist sarebbe da insufficienza. Sbaglia molto in appoggio, non copre quanto dovrebbe, da un suo errore nasce il giallo di Zielinski che costa la squalifica al polacco che in un momento di emergenza per il centrocampo come questo non giocherà contro la Roma. Però il 2-0 è suo (continua a essere il giocatore che quando la cicca, segna) e il cross da angolo per Milik del 3-2 è fondamentale per vincere una partita che si era messa malissimo. Di solito è generoso e attento e raccoglie meno di quanto merita. Oggi, viceversa.
Total ReCalle
Zielinski 6,5: si sacrifica in un ruolo non suo. Si vede dai falli che è costretto a fare, dai cambi di posizione con cui si sfianca, dalla difficoltà nell'illuminare la manovra. Ma senza la sua disciplina tattica nel secondo tempo, quando si mette a fare il Jorginho a toccarla semplice e di prima, ora staremmo a recriminare sul altri due punti persi. Peccato per il gol annullato per pochi centimetri di fuorigioco, lo meritava.
Il Zielu è sempre più azzurro.
Allan 6: è in fase calante. Sbaglia tanto, ma si impegna e sporca molti palloni (che in altri momenti avrebbe trasformato in oro). Con il centrocampo ai minimi termini numericamente, se vogliamo ancora sognare deve tornare quello dell'autunno. In lui vediamo il momento difficile del Napoli: ci mette cuore e fiato, ma non sembra avere più motivazioni.
Gimme five, ridatemi il 5. Quello vero.
Younes 7: 55 minuti giocati alla grande. Non tanto per il gol che ci dice tanto del suo bagaglio tecnico, o per il passaggio che lancia Mertens per l'assist del 2-0, ma per il fatto che non butta una palla. Ha classe, fantasia, ma anche visione di passaggio (quando i compagni capiranno i suoi filtranti, ci divertiremo). Stupisce che in 105 minuti di calcio italiano abbia capito di tattica e di schemi partenopei più di Ounas in due anni, di Verdi in qualche partita in più, di Hjsay da sempre (scherzo, mi piace prendermela con l'albanese). Sospettiamo che lo vedremo molto spesso in campo. E' il decimo giocatore nel Napoli a segnare in questo campionato.
E' un 24+10. Un Insigne che ha nel piede quei dieci gradi in più di giro che fa entrare il pallone in porta.
Mertens 8: quando si sdraia ridendo felice, con la lingua di fuori, capisci che quella frase - "non vivo per il gol, non sono Milik, per me 11 assist valgono quanto 11 reti" - è vera, perché lo conosciamo, ma che segnare gli mancava terribilmente. Oggi torna quello che ci ha fatto innamorare - anche nelle dichiarazioni alla fine con quel "voglio rimanere" -, anzi meglio. Due assist nel primo quarto di gioco, impegno e palle difficili sempre rimesse ottimamente in gioco anche nel momento della partita più difficile, eccellente anche in difesa a fine partita. Ma il capolavoro è il gol alla Mertens che ci mancava tanto e chiude la partita: partenza da destra, dribbling, entra in area, tiro a giro con il piede sbagliato. Quelle sue reti difficilissime che solo lui riesce a far sembrare ovvie.
Mertens tuo, vita mea.
Milik 7: nel primo tempo i compagni lo ignorano e lui ricambia. Si concede solo l'abile e intelligente assist a Kouli in area. Nel secondo tempo si fa vedere al momento giusto, sul 3-2. Angolo, subisce fallo, viene tirato giù ma riesce da grande bomber a girarla di testa in modo imparabile. E' un bomber vero, da anni non vedevamo un gol così che sfruttasse fisico, tecnica, opportunismo, tempismo, cazzimma. Ma continuiamo a dire che non è abbastanza, eh.
Non lo cambierei con altri Milik.
Meret 6: quando entra lui i compagni decidono di fare sul serio. Fossimo in Carletto noi non lo toglieremo dalla porta neanche durante l'intervallo, altro che turn-over.
Verdi 5: Insigne è infortunato, Younes lo scalza nella gerarchia dei laterali, lui entra e ti aspetti che spacchi il mondo. E invece spacca qualcos'altro. Irritante, molle, impalpabile. E incline all'errore. Sembra un incrocio tra il guallarito Sosa (José, lo ricordate?) e Santana. Ma con la voglia di stare in campo di Asanovic.
Hjsay sv: gioca pochi minuti ed è già una buona notizia.