O’ Trammammuro di Swansea-Napoli: chi sale e chi scende
di Domenico Zaccaria
SU: RAFAEL CABRAL BARBOSA – Con le mani, con il corpo, persino con la faccia (che sta diventando un suo marchio di fabbrica): se il primo tempo non si chiude sul 3-0 per i gallesi il merito è solo delle sue parate. Sembra talmente la sua serata che, quando si infortuna al ginocchio, proprio non si rassegna a interrompere lo show. Domanda: da quanti anni il Napoli non aveva in rosa due portieri di questo livello?
SU: PEPE REINA – Appunto: mica facile entrare dopo che il tuo compagno di squadra ha parato tutto. E invece il buon Pepe (peraltro in condizioni fisiche precarie) si mette tra i pali come nulla fosse e para tutto il parabile. L’unica differenza con Rafael è che nella ripresa lo Swansea allenta un po’ la pressione e si rende meno pericoloso. In ogni caso, in una gara in cui i migliori della tua squadra sono i due portieri, lo 0-0 è un risultato che vale oro.
SU: LORENZO INSIGNE (VERSIONE TERZINO) – Fa quasi tenerezza vederlo rincorrere gli avversari fino alla propria area, coprire le voragini aperte da Reveillere e scalciare le ali avversarie (siamo al secondo cartellino giallo in 4 giorni) come un terzinaccio. Questo gli chiede Benitez, e questo Lorenzo fa: con uno spirito di sacrificio encomiabile, da vero tifoso.
GIU’: LORENZO INSIGNE (VERSIONE ATTACCANTE) – Il problema è che Insigne sarebbe un attaccante, e giocando così davanti alla porta avversaria ci arriva poco lucido. Ieri mille tocchi, tocchetti e dribbling tentati, ma senza riuscire mai mai spaventare i difensori avversari. Come incisività, lucidità e cattiveria in avanti, al momento Mertens sembra un paio di spanne avanti a lui.
GIU’: BLERIM DZEMAILI – La palla va da una parte e lui guarda sempre dall’altra. Lento, svagato e impreciso. Per carità, gli avversari vanno a mille, ma quando per stoppare un pallone ti servono tre tocchi – testa, coscia e piede – vuol dire che non è proprio la tua serata. Peccato, a Sassuolo era stato uno dei migliori.
GIU’: ANTHONY REVEILLERE – Era venuto per tappare un buco, si è ritrovato a giocare tante partite da titolare. Ieri contro avversari veloci ha sofferto maledettamente, ma quando incontrerà attaccanti più lenti di lui? A confronto, Goulham sembra Paolo Maldini. Quello dei tempi d’oro, s’intende.