Stadio San Paolo, si va verso una semplice “pittatina”
di Domenico Zaccaria
Un vero e proprio restyling o una semplice “pittatina”? Sul futuro dello stadio San Paolo si è detto tutto e il contrario di tutto. Il tavolo tecnico convocato questa mattina in Municipio avrebbe dovuto sciogliere una serie di dubbi, ma al momento siamo ancora al “c’è tanto da lavorare” e “ci sono dei tempi tecnici da rispettare”. Di certo tra la società azzurra e il Comune sembra tornato il sereno, o almeno le nuvole nere si sono diradate. Ma l’impressione è che dobbiamo scordarci il sogno di uno stadio moderno, con le tribune a ridosso del campo a garanzia di una visuale migliore e di una maggiore pressione sui giocatori avversari. La cifra in ballo, infatti (circa 20 milioni di euro) consentirà al massimo di adeguare il San Paolo alle normative UEFA, dato che la società non può più permettersi di andare avanti a suon di proroghe; e, se tutto andrà come previsto, di sostituire i seggiolini rossi (chissà perché nel 1990 furono scelti di quel colore) con nuove sedute di colore blu. Ma il vero nodo del contendere, la pista d’atletica, resterà al suo posto. A meno di miracoli. Due anni di cantieri per una semplice ristrutturazione? Questi sono i tempi italiani, tenendo anche conto del fatto che i lavori dovranno procedere tra una partita in casa e l’altra. Certo, per come versa ora il San Paolo – servizi igienici sotto il limite della decenza, infiltrazioni, terzo anello inagibile, curva A inferiore chiusa – meglio questo di niente. Ma un po’ di delusione resta. Sperando di essere smentiti.