Sanremo non discrimina

Una playlist contro il razzismo negli stadi, così il festival della canzone italiana risponde ai cori sul Vesuvio
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    di Francesco Albanese

    È la settimana di Sanremo e allora l'occasione non va sprecata. Quale migliore circostanza del festival della canzone italiana per sensibilizzare quegli scalmanati che pure con le curve chiuse continuano ad inneggiare al Vesuvio? Ripescando alcuni successi della musica italiana ci si accorge di quanto alcune strofe siano straordinariamente profetiche. Insomma abbiamo scoperto che da oltre quarant'anni la città dei fiori ha dichiarato una guerra senza quartiere alla discriminazione territoriale. Di seguito ecco una possibile playlist di vecchie hit che ben si adattano al nostro caso:

    In "Si può dare di più" gli autori Tozzi-Bigazzi e Raf ipotizzano degli scompensi non meglio identificati per chi continua a lasciarsi andare a cori beceri di varia natura:

    Cosa ti manca cosa non hai
    cos'é che insegui se non lo sai
    se la tua corsa finisse qui
    forse sarebbe meglio così.

    In "Felicità" Albano Carrisi sembra invece offrire finalmente un'alternativa a chi cova odio e razzismo con ululati dagli spalti:

    Felicità è tenersi per mano andare lontano
    la felicità
    è il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente
    la felicità
    è restare vicini come bambini la felicità, felicità.

    La migliore delle sintesi è però quella dei Rokes. Questo è l'attacco di "Bisogna saper perdere":

    No non puoi sempre vincere...
    Tu non devi odiarmi se lei vuole bene a me
    capita ogni giorno quello che_e' successo a noi
     

    Più chiaro di così.

     

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