Kalidou Koulibaly: le origini
di Francesco Albanese
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Un rinomato festival internazionale di geografia e l'aver dato i natali a Jules Ferry (1832-1893, due volte primo ministro francese) stop. In poche occasioni le lancette della storia hanno fatto tappa dalle parti di Saint-Diè des Vosges, comune di 22mila anime della regione della Lorena. I tifosi del Napoli sperano che presto la località balzi agli onori della cronaca per essere il luogo di nascita di una nuova stella: Kalidou Koulibaly.
In realtà a quelle latitudini il franco-senegalese è già una star affermata. Extranapoli lo ha scoperto andando a ripescare chi ha cresciuto il giovane Kalidou, facendone l'apprezzato professionista (e si spera campione) che ha indotto Bigon ad investire sette milioni di euro pur di assicurarsene le prestazioni sportive. Prima del Napoli, prima del Genk, prima del Metz, erano gli SRD Saint-Diè des Vosges la sua casa calcistica, un club di dilettanti nel quale la nuova colonna della difesa partenopea sbarca piccolissimo. A parlarci del giovane Koulibaly sono Philippe Pissot, attuale segretario del club e Yves Mangenot, vice presidente degli Stades Reunis Deodatiens. Il primo aneddoto ce lo racconta quest'ultimo che ricorda ancora che cosa gli disse l'undicenne Koulibaly nel 2002. Il ragazzo aveva già le idee molto chiare: “Voglio diventare un calciatore professionista”, disse subito. Mangenot sorpreso da tanta sfrontatezza lo mise allora in guardia dalle difficoltà che avrebbe incontrato nel cammino, ma Kalidou irremovibile ribadì: “Vedrai che ce la farò”, aveva ragione lui ammette il suo ex maestro che loda anche le doti di Koulibaly: un allievo eccellente come ne ho visti pochi dichiara a Extranapoli. L'inizio della carriera di Kalidou è costellato da un'infinità di successi puntualmente raccontati dalla stampa locale (vedi i ritagli pubblicati nella gallery di immagini), lui e Jamel Khoulaifa, anch'egli arrivato nei pro, catalizzano l'attenzione e fanno sognare il calcio lorenese sin da quando militano nei pulcini. Gli S.R.D. hanno molto a cuore anche il rendimento scolastico, naturalmente con delle eccezioni come quella volta nel giugno del 2002. E' il giorno della sfida mondiale tra Francia e Senegal: le due nazioni del cuore di Kalidou. Ed il match si disputa durante l'orario delle lezioini. Philippe Pissot, all'epoca suo maestro, ne approfitta per sfottere un po' il ragazzino dicendogli che il Senegal non avrebbe avuto scampo contro i galletti. Finì con la clamorosa vittoria degli africani e Pissot ha ancora negli occhi la gioia provata da Koulibaly per quel successo insperato e per quel pronostico sballato da parte dell'incauto insegnante. Le qualità di Kalidou stiamo imparando a conoscerle, val la pena però affidarsi al vecchio maestro Mangenot per fotografarle al meglio: “Kalidou è un giocatore in possesso di una grande voglia di affermarsi, con un'intelligenza calcistica fuori del comune ed un eccellente senso della posizione in campo. Bravo nella marcatura, è altrettanto forte nell'anticipo come nel piazzarsi tra l'avversario e la porta. Il suo successo è quanto mai “opportuno”, poiché si tratta di un ragazzo modesto che ha saputo restare semplice malgrado la fortuna che gli è capitata”. Uno straordinario biglietto da visita, insomma le premesse per superare in gloria l'ottocentesco Jules Ferry ci sono tutte.
*Ha collaborato Simone Novelli