Il primo scudetto dell’era De Laurentiis? Bigon l’ha vinto a gennaio

Ghoulam e Jorginho subito decisivi: dal ritorno in A non era mai successo. Non ci credete? Ecco la carrellata degli errori (e orrori) del mercato invernale del Napoli dal 2007 a oggi
  • puntonapoli.it

    di Domenico Zaccaria

    Prima, doverosa premessa: a gennaio i campioni non si muovono. Seconda premessa: Henrique è ancora tutto da valutare. Detto ciò, vedere Ghoulam e Jorginho lanciati immediatamente nella mischia, e soprattutto subito decisivi, è una novità alla quale i tifosi del Napoli non erano proprio abituati. Colpa di un mercato estivo che ha lasciato evidenti falle nella rosa, finalmente coperte? O piuttosto merito di Benitez che, a differenza di Mazzarri, sembra più propenso a dare immediatamente fiducia ai nuovi arrivati? Sicuramente un plauso lo merita Bigon che, pressato da una piazza che pretendeva Skrtel o Mascherano (senza domandarsi perché sarebbero dovuti venire a Napoli a gennaio) e incalzato dalla stampa sugli acquisti quasi conclusi e poi sfumati all’ultimo momento (Nainggolan e Bastos, ma ci servivano?), ha avuto la forza di tirare dritto per la sua strada e di chiudere i due affari più sottovalutati del mercato invernale. Jorginho ha caratteristiche diverse da tutti gli altri centrocampisti in rosa, è giovane ed è stato pagato il giusto, mentre   Ghoulam copre finalmente la voragine a sinistra che si era creata dopo gli infortuni di Zuniga e Mesto. Pochi se lo ricordano, ma ad agosto anche Callejon e Mertens arrivarono nell’indifferenza generale. Se poi si scorrono i nomi del mercato invernale del Napoli dal 2007-2008, stagione del ritorno in A, si comprende perché l’italo-brasiliano e l’algerino rappresentano per i tifosi azzurri una novità assoluta. E ovviamente assai gradita.

    Dossena, il top (?)

    In sei sessioni invernali di mercato, un unico acquisto riuscirà a diventare titolare in pianta stabile della squadra: Andrea Dossena. Ma anche l’esterno sinistro - arrivato nel 2010 dal Liverpool dopo tanti mesi passati in panchina - impiegherà qualche mese prima di convincere Mazzarri ad affidargli le chiavi della fascia sinistra; chiavi che peraltro perderà pochi mesi dopo per l’esplosione di Zuniga. Per il resto, a scorrere la lista dei giocatori presi, viene quasi da sorridere (o da piangere, per i soldi buttati al vento). A rinforzare il Napoli di Reja nel primo anno di serie A arrivano il portiere argentino Navarro, il centrocampista Pazienza e, dal Brescia che ci ha appena venduto Hamsik, Mannini e Santacroce. Inutile dire che il miracolo dello slovacco non si ripete. Ma attenzione, questo è il mercato più riuscito! Per chi non ci crede, basti pensare che l’anno successivo è la volta di Luca Bucci (portiere a fine carriera) e dell’argentino Datolo, del quale nessuno a Napoli ha mai capito il ruolo: seconda punta, ala, rifinitore o interno di centrocampo? Nel 2010 arriva il solo Dossena, mentre nel 2011 è la volta del difensore spagnolo Ruiz (descritto come un fenomeno, resterà 6 mesi) e di Mascara, che a Catania segnava da centrocampo mentre a Napoli verrà ricordato come l’uomo dei (pochi) gol inutili. E che dire di Edu Vargas (2012), strappato alla concorrenza delle big d’Europa e presentato in pompa magna con il Vesuvio alle spalle? Lo scorso anno, invece, si decise di dare l’assalto decisivo alla Juventus con Rolando, Armero, Radosevic e Calaiò. Gol? Zero. Apporto? Minimo. Chi è rimasto a Napoli? Radosevic, come quinta scelta a centrocampo. Ecco perché il tifoso napoletano, quando vede Ghoulam e Jorginho, ancora si stropiccia gli occhi. E se anche Henrique dovesse rivelarsi un acquisto azzeccato, allora Bigon avrebbe fatto davvero Bingo. 

     

     

     

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