Behrami è il passato, ma il futuro prossimo?
di Antonio Moschella
Nel luglio 2013 fu messo in scena il disperato e tragico addio di Cavani, che scappò alla chetichella parandosi il sedere comprando una pagina del Corriere dello Sport nella quale mandava i suoi famosi baci che sapevano più di un uomo che in pochi mesi aveva tradito moglie e tifosi. Un anno dopo ci lascia anche Valon Behrami, non idoneo al modulo di Benitez e praticamente sul mercato da gennaio, quando la società decise di non farlo operare. Entrambi, a modo loro, rappresentano il passato mazzarriano. Se, infatti, ci facciamo caso, la loro miglior stagione è stata quella 2012-2013, quando il tecnico toscano aveva portato il Napoli in Champions soprattutto grazie ai gol dell’uruguayano e alla generosità dello svizzero.
Siamo così di fronte all’atto secondo dalla Rafalution, ossia la rivoluzione copernicana predicata da Benitez, che tira dritto per la sua strada e pretende, giustamente, di migliorare quanto di buono realizzato la stagione scorsa. Adesso, con uno Dzemaili praticamente con le valigie pronte e Gargano escluso dai giochi, sarà importante che Bigon si affretti per fornire all’allenatore spagnolo almeno un altro elemento da schierare in mediana prima dell’iscrizione ai preliminari di Champions, prevista in data 11 agosto. Dopo, infatti, qualsiasi acquisto non potrà essere utilizzato fino all’eventuale accesso agli ottavi.
I dubbi orbitano, dunque, intorno ai possibili arrivi in azzurro. I nomi di Fellaini, Kramer e compagnia continuano ad essere ripetuti in qualsiasi rotocalco, ma di certo non c’è ancora nulla. Si sa che per come Benitez vuole impostare il gioco i mediani sono interpreti fondamentali e Jorginho e Inler, oltre ad avere alcuni limiti fisici, hanno bisogno di ricambi adeguati e Radosevic non sembra esserlo. Ergo sarà fondamentale accontentare Benitez, che tra un anno potrebbe far valere il suo contratto e non rinnovarlo, se continuasse a non essere accontentato.
Evidentemente, la faraonica campagna acquisti dell’anno scorso, realizzata soprattutto grazie ai ricavi per la cessione di Cavani, ci aveva forse abituato troppo bene. Quest’estate la ‘rivoluzione’ rischia di trasformarsi in ‘involuzione’, se non si interviene seriamente. Perché guardando la Roma che si rinforza, l’Inter che torna alla carica e la Juventus ancora superiore sulla carta, è fisiologico sentirsi ancora ‘incompleti’. A meno che Zuniga e Hamsik non diano quanto lesinato la stagione scorsa.