Voglio urlare Forza Italia, indossare la mia cravatta verde e vestire di nero come I Cure
Buona la prima. La domenica equatoriale a tinte verde oro ci ha consegnato una bella Italia, una squadra equilibrata, con ottime proprietà di palleggio, camaleontica nell'atteggiamento e con una buona propensione a soffrire e a difendersi quando se ne presenta la necessità. In un clima proibitivo (Marchisio a fine partita ha dichiarato di aver avuto, a tratti, anche le allucinazioni per il caldo), i nostri hanno dimostrato di aver già raggiunto una condizione atletica ottimale, correndo molto e resistendo agli attacchi di Rooney e compagni senza mai dimostrare vero e proprio affanno. Lo stesso Prandelli, a fine partita, ha a sua volta sottolineato le difficoltà nel giocare in un clima simile e il fatto che i giocatori inglesi - solo loro - avessero addirittura i crampi dal caldo proibitivo. Abbiamo colpito nei momenti giusti e poi amministrato in maniera sapiente e da grande squadra.
Insomma, ancora una volta Prandelli ha presentato una squadra pronta per affrontare il torneo e consapevole delle proprie potenzialità. Con buona pace degli scettici e delle solite critiche ingiustificate pre mondiale, gli azzurri scesi in campo domenica notte hanno dimostrato di avere già le idee chiare e di saper leggere le varie situazioni e fasi di gioco in maniera incredibilmente lucida (certo, poi c'è stato anche Paletta). E gli inglesi? Già, gli inglesi. Quelli che ci facevano paura, quelli che erano un buon mix di giovani e veterani, quelli che fisicamente e tatticamente (grazie all'esperienza italiana di Mr. Hodgson) potevano metterci in difficoltà, sono improvvisamente diventati una manica di brocchi e incompetenti. "L'Inghilterra è poca cosa" ho letto da qualche parte. L'Inghilterra ha giocato anche lei una buona partita, premendo molto all'inizio e imponendo un discreto ritmo alla gara. La sua organizzazione difensiva, con le linee di centrocampo e difesa discretamente serrate e compatte, non ha trovato conforto la davanti, dove la compagine d'oltre manica si è affidata più che altro alle folate di singoli, dotati comunque di buona tecnica e vivacità; Sterling su tutti. Dopo il secondo vantaggio azzurro, la squadra inglese ha provato a portare dalla sua il pallino del gioco, pressando e forzando molto, ma non sempre in maniera efficace (merito anche dei nostri). L'Inghilterra, a mio avviso, rimane una buona squadra. Ma si sa, noi italiani siamo un popolo meraviglioso, capaci di creare mostri e poi, una volta esorcizzate le nostre paure, nel ridimensionare quegli stessi mostri a maschere di Halloween o poco più. Equilibrio e calma non fanno parte del nostro repertorio. Bianco o nero, angeli o demoni, mascherine o mostri, appunto.
Un po' come quel mostro, o presunto tale, che da vent'anni è considerato la principale causa di male del nostro Paese. Un mostro, o presunto tale, che ha creato un movimento con quel nome, un nome che impedisce da vent'anni a tutta l'Italia di incitare la propria squadra nella maniera più consona e consueta. E da vent'anni io mi chiedo disperatamente il perché. Come sia possibile. E da vent'anni mi tocca assistere a storpiature e forzature assurde tipo "Forza Azzurri" (ma chi? I greci? O i napoletani?) o peggio "Alé Italia" (Alé, le bleu. Pensateci!) è un po' come se i Cure avessero deciso di non vestirsi di nero perché il nero è un colore che nel passato ha fatto paura. Ma voi ve li immaginate i Cure con un altro colore? è un po' come se io, amante di tutti i colori, dovessi privarmi del piacere di vestire alcune tonalità perché appartenenti all'una o all'altra fazione. Ma io amo la mia cravattina verde, la porto con disinvoltura e non vedo perché dovrei farmi condizionare dal fatto che alcuni personaggi pubblici l'abbiamo elevata a loro simbolo. E quando qualcuno me lo fa notare gli rispondo semplicemente: "Io tifo Napoli, tiè!" E lo stesso vale per la mia cravattina rossa. No, mi dispiace. Questa è tutta una vostra malattia, una demenza del vostro cervello, un'inspiegabile torpore del vostro intelletto.
E io voglio provare a risvegliarvi dal torpore che da vent'anni confonde la vostra mente; lo voglio fare in maniera perentoria e decisa. Quattro volte, come le stelle che abbiamo sul petto. Non abbiate paura:
FORZA ITALIA
FORZA ITALIA
FORZA ITALIA
FORZA ITALIA
Cazzo.