Bruno Pesaola: “Attenti al Cile”

“Italia e Argentina? Non capisco perché lasciare a casa Rossi e Tevez. Messi? Deve farne di strada”
  • avvenire.it

    Tratto da "Il Garantista"

    di Boris Sollazzo

    Argentino di nascita e italiano d'adozione. Da naturalizzato ha anche vestito una volta, nel 1957, la maglia azzurra, sebbene la camiseta del suo cuore abbia toni più chiari, quelli del Napoli. Bruno Pesaola era in campo nella prima partita al San Paolo, contro la Juventus, è stato un capitano coraggioso dei partenopei e un grande allenatore che in Campania ha fatto miracoli (la Coppa Italia dalla serie B, la Coppa delle Alpi, la salvezza, con tanto di rosario in panchina, del 1983), a Firenze ha vinto uno scudetto che ancora ricordano e a Bologna una Coppa Italia, l'ultima grande gioia di chi un tempo “tremare il mondo” faceva. Riusciamo a parlargli tra una partita del mondiale e l'altra, perché il Petisso (piccoletto, è alto 1 metro e 65) non se ne perde una.

    Partiamo subito con l'Albiceleste. Che impressione le ha fatto?

    Non è che mi abbia impressionato molto questa Argentina, Messi non è nella sua forma migliore, si assenta per una partita intera, ma ha fatto due gol stupendi – quello con l'Iran soprattutto -, e tanto basta. Se va in finale potrà dire la sua, ma a volte è troppo leggera. Gli argentini tendono ad addormentarsi, ad andare in crisi nei momenti cruciali, giocano troppo di fino e non hanno molto carattere, basta guardare gli ultimi mondiali. Da Usa '94 cominciano alla grande e poi si fermano di colpo.

    Nel suo paese natale cominciano a dire che Messi è più forte di Maradona. Lei che ne pensa?

    Cosa penso? (ridacchia – ndr). Non hanno visto giocare Maradona, soprattutto qui in Europa. E' l'unica spiegazione. Finché Messi non dimostra quello che ha fatto lui, hai voglia a crescere. E' un fuoriclasse indubbiamente, ma nessuno può avvicinarsi a Maradona. Messi potrà mai vincere un mondiale da solo? Non credo, questa Argentina ha Di Maria, Higuain, Aguero, quella Cuciuffo e Burruchaga, con tutto il rispetto.

    Insomma, è pura blasfemia comparare Diego e Leo?

    Quello che ha fatto Diego è impossibile rifarlo, ha vinto due scudetti quasi da solo, una coppa del mondo, come ho detto, prendendo per mano altri dieci giocatori e portandoli dove mai sarebbero arrivati senza di lui. Ecco, Messi dovrebbe venire a giocare a Napoli, che tra l'altro è come se fosse l'Argentina, si troverebbe bene. Ma anche questo Napoli è più forte di quello di Maradona, soprattutto della rosa del primo campionato vinto. Uno migliore del Pibe, insomma, io non lo vedrò. Ma neanche lei, credo, che è molto più giovane di me.

    E della nazionale di Cesare Prandelli che ne pensa?

    L'Italia l'ho vista male, siamo  in un periodo di crisi finanziaria ma soprattutto tecnica: nel passato avevamo portieri e difensori che ci avanzavano. Ora non li abbiamo più, ma non è che in attacco abbiamo guadagnato in proporzione, anzi. Al massimo potremo passare il turno, ma non credo andremo molto avanti. Poi, per carità, sono pronto a esser smentito: per tradizione all'inizio del cammino dei nostri trionfi abbiamo fatto malissimo.

    Contro il Costa Rica ha fatto male, entrando, Lorenzo Insigne. E tutti lo hanno attaccato, dandogli la colpa della sconfitta. Potrebbe essere stata la prima e ultima partita di Brasile 2014 del campioncino napoletano?

    Con i numeri che ha il tempo gioca a suo favore, gli manca qualcosa come esperienza, ma come talento e intelligenza nulla. Ha un futuro roseo, sarà fondamentale per il Napoli e una colonna per la nazionale: si smetta di affibbiargli la sconfitta con il Costa Rica, è entrato in un momento non positivo, era impossibile cambiare l'inerzia di quella partita.

    Ma chi l'ha colpita di questo mundial?

    Non mi sembra una competizione molto appassionante, c'è una qualità media discreta ma nessuno torna alla mia mente, nessuno mi ha colpito se non il Cile per l'organizzazione tattica e per la buona tecnica. Un po' Sampaoli mi ha ricordato il mio modo di allenare. In ogni caso le squadre sudamericane hanno un passo in più in questo momento. Sarà che sopporto poco il tiki taka, anche se lo fa benissimo il Barcellona, mi sembra un controsenso rispetto al gioco del calcio. Devi conquistare terreno, non la palla, devi cercare spazi e segnare, non palleggiare.

    E' ancora uno sport quello giocato all'ora di pranzo con queste temperature?

    Questo è causato dalla presenza degli sponsor, ormai il calcio è loro ostaggio: i giocatori guadagnano dieci volte, anche 50 volte più di quanto portavamo a casa noi. Questo è il risultato: vuoi la tv, gli sponsor? Accetti quei soldi? Allora sudassero all'ora di pranzo, l'hanno voluto loro! Li farei giocare pure di notte, questo si meritano. I tempi sono cambiati.

    Inghilerra, Spagna e Italia. I tre flop finora sono specchio dei campionati più affollati, con più partite e squadre nella massima serie.

    Può essere che dove si gioca di più, si giochi peggio. E' un cane che si morde la coda.

    Il calcio moderno è molto più atletico, dispendioso, è più veloce di quello di prima. Si vogliono più partite per guadagnare di più dalla tv. Prima era secondo me migliore, si cercava la classe, il gol, il godimento, non il confronto muscolare. La rete che si gonfia è il vero piacere, ora sembra che se ne dimentichino, prima un portiere parava spesso e bene, ora abbiamo soprattuttto portieri d'albergo.

    Sabella e Prandelli sono all'altezza di Argentina e Italia?

    Non so. So però che io Tevez e Rossi li avrei portati. Il secondo non era in forma? Avevi ancora 20 giorni per recuperarlo. Detto questo, non vedo campioni rimasti fuori dalle convocazioni azzurre. Tutti gli allenatori sono condizionati dalla rosa che hanno. Dipende dagli elementi a disposizione: nella mia Fiorentina non c'era nessun fuoriclasse, al massimo Amarildo, il sostituto di Pelé. Con 13 giocatori abbiamo vinto un campionato e sei partite di coppa Campioni. Ora hanno 30 giocatori. Ogni anno si cambia, è sempre diverso... Ma la vera domanda è: chi è rimasto davvero fuori?

    Chiudiamo con il suo Napoli. Cosa si aspetta dalla prossima stagione?

    Penso che potrà fare grandi cose se il presidente sarà disposto a completare la squadra. Juventus e Roma si potenzieranno, la Fiorentina ritroverà i suoi campioni infortunati, Milan e Inter dovranno riprendersi. E' un campionato cruciale per la storia futura del Napoli. Deve potenziarsi, ma non è facile, visto il livello della rosa già alto. Io comprerei più a centrocampo che in difesa, l'attacco è meraviglioso già così, uno dei migliori d'Italia e forse d'Europa. Detto questo, con una buona difesa si poteva già vincere lo scudetto negli ultimi due anni.

     

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