Le cinque contraddizioni tecnico-tattiche di Porto-Napoli
di Domenico Zaccaria
1) Iniziare con un centrocampo Behrami-Henrique significa rinunciare in partenza a costruire gioco: il primo sa fare solo una fase, quella difensiva, mentre il secondo è addirittura un difensore centrale adattato a centrocampo. I due peraltro, per motivi differenti, sono in condizioni fisiche precarie, eppure Benitez non li ha cambiati fino alla fine. Anche se in panchina aveva due alternative, Inler e Dzemaili, che insieme non possono giocare - ormai si è capito - ma hanno entrambi piedi migliori di chi è stato schierato al loro posto. Soprattutto dopo il gol subito, continuare con Behrami-Henrique è una scelta che lascia perplessi.
2) Logica conseguenza di quanto appena detto: se i due a centrocampo non costruiscono e vengono sempre scavalcati dal lanci dei difensori, il risultato è che il pallino del gioco è costantemente in mano agli avversari. E che il 4-2-3-1 “europeo” tanto caro a Benitez si trasforma in un 4-4-2 molto italiano ma pieno di interpreti fuori ruolo: Insigne e Callejon a centrocampo a fare le ali e Hamsik seconda punta.
3) Ma Jorginho dov’era? Già, fuori dalla lista Uefa. L’unico regista di ruolo fra tanti incontristi è costretto a vedere le partite di Europa League in tv perché ha dovuto far posto a Henrique. Risultato di ieri: a impostare il gioco a centrocampo c’era un difensore adattato, in evidente difficoltà; e chi quel ruolo lo sa interpretare meglio di chiunque altro nella rosa era a casa sul divano. Non per infortunio, ma per scelta tecnica. Ricapitolando: hai un unico regista in rosa ma lo lasci fuori per far giocare da regista un difensore. Bah…
4) Nel primo tempo la squadra era in evidente difficoltà ma a inizio ripresa sono scesi in campo gli stessi 11. Il gol di Jackson Martinez è arrivato al 57esimo ma Benitez ha atteso il 74esimo, quasi 20 minuti, per effettuare il primo cambio. Eppure in panchina c’erano, fra gli altri, Inler, Dzemaili, Pandev e Mertens. Perché aspettare così tanto?
5) Al 79esimo Benitez ha lanciato nella mischia Pandev. La mossa ci stava per due motivi: Hamsik è stato ancora una volta deludente e il macedone è abile a giocare spalle alla porta e a cercare l’attaccante con passaggi bassi filtranti, mentre Higuain fino a quel momento era stato quasi sempre costretto a inseguire lanci lunghi. Nemmeno il tempo di far toccare la palla a Pandev, e dopo tre minuti Benitez ha sostituito Higuain con Zapata, uno che dei passaggi bassi filtranti non sa corsa farsene.