La Playnapolist di Napoli-Lazio
di Raffaele Calvanese
Se è facile cantare e urlare dopo una vittoria dobbiamo sforzarci di farlo anche dopo un’eliminazione. Le sconfitte hanno molte facce e tocca capire quale sia il vero volto della partita contro la Lazio. La Coppa Italia è la classica competizione che tutti snobbano fino a che non si rendono conto di poterla vincere, noi lo abbiamo fatto per due volte negli ultimi anni e credevamo di poterlo rifare anche quest’anno. Ci sbagliavamo.
Murder by numbers – The Police
I numeri parlano chiaro, a volte anche troppo, spesso hanno esaltato il nostro allenatore, adesso sembrano condannarlo. Dicono che non giochiamo male, che mediamente siamo la squadra che offende di più delle altre. Ma i numeri sono anche un’arma a doppio taglio. Benitez si trincera dietro le statistiche ma di queste statistiche sta diventando anche vittima, forse consapevole. Perché in fin dei conti i numeri se mancano di anima e passione poi difettano nei risultati, come noi senza giocare male, ma nemmeno bene come dovremmo alla fine stiamo raccogliendo molto poco in termini di risultati.
Silence is easy – Starsailor
Il silenzio è facile o almeno dovrebbe esserlo, e spesso evita brutte figure. Da molte parti si levano cori di critica verso la gestione di questa stagione. Critiche nei confronti degli obiettivi falliti. Non si può far finta di ignorarli. Ognuno ha le sue ragioni. Ma in certe serate dalla memoria corta forse la strada migliore da percorrere è proprio il silenzio. Per non buttar via quanto di buono è stato fatto fino ad ora, per evitare di ridimensionarci con le nostre stesse mani. Voltare pagina e lavorare, possibilmente in silenzio, evitando inutili ricami conditi da collera o frustrazione.
In centro all’orgoglio – Moltheni
Nel dopo partita il Presidente decide per il ritiro punitivo. “Molte partite sono state squallide, rispetto per i tifosi e spero che serva a risvegliare l’orgoglio dei giocatori, chi ne ha…” Parole forti del patron azzurro, parole che cercano di colpire in centro all’orgoglio una squadra che ormai appare scarica a livello nervoso. Di sicuro avverte che il suo timoniere sta perdendo, non si sa quanto volutamente, il controllo della nave. La rotta sembra confusa e pure chi ha sempre tirato la carretta pare arrancare. E’ davvero il momento di guardarsi in faccia con onestà e di salvare il salvabile. Fuori l’orgoglio.
Suspicious mind – Elvis Presley
“we’re caught in a trap, i can’t walk out…” “we can’t go on together with suspicious minds…” Il nodo è nella testa, è chiaro. Se i numeri da un lato ci stanno condannando, dall’altro dicono pure che le gambe girano. Certo girano come girerebbero le gambe di una squadra alle soglie della cinquantesima partita stagionale, ma senza la spinta nervosa si corre a vuoto. Manca il guizzo, il colpo di reni, l’anticipo, l’intuizione. Tutti frutti della spinta emotiva, della passione, della rabbia. La famosa cazzimma, se qualcuno ancora si stesse chiedendo cosa sia è il momento di spiegarlo bene al mondo, ai tifosi e ai nostri avversari.
Voglio di più – Pino Daniele
“Meritavamo di più” è questo il mantra che da Benitez ai tifosi tutti ripetono, certo in diverse direzioni e con diversi bersagli. Il concetto però resta. “Voglio di più di quello che vedi, voglio di più di questi anni amari…” Come sempre Pino ci viene incontro quando si tratta di descrivere gli animi dei tifosi partenopei. Noi che abbiamo visto i peggiori campi dalla retrocessione all’Europa che conta, noi vogliamo legittimamente di più, ma per ottenerlo, com’è giusto che sia, dobbiamo costruire basi solide, senza strisciare. Allora da Benitez a chi ne chiede l’esonero tutti meritiamo di più, ma questo “di più” cos’è davvero? Come lo si ottiene? Quanto tempo richiede? Evitiamo di cadere nell’errore di buttare a mare tutto il buono fatto fino ad ora e continuiamo a credere nell’etica del lavoro, il tempo sarà galantuomo, e anche se non sarà così noi saremo ancora qui a tifare.