Coppa Italia: cronaca di una festa mancata
d Francesco Albanese
Che cosa resta di una serata come questa? Difficile dirlo, certo non è stata la festa che la quinta coppa Italia della storia avrebbe meritato. Ci sarebbe piaciuto passare la notte a vedere e rivedere le prodezze di un Insigne finalmente decisivo e di un Mertens che non la smette più di stupire e invece...E invece abbiamo assistito alla serata sportiva più assurda della nostra vita. Un pomeriggio lunghissimo cominciato sotto i peggiori auspici con la notizia dell'aggressione in autrostrada ai danni dei tifosi del Napoli Club Bologna. Del resto le avvisaglie di una serata agitata c'erano tutte come Errico Novi aveva puntualmente segnalato in un articolo apparso su questo sito poche ore prima dell'inizio del match.
Personalmente non ho avuto difficoltà a raggiungere la tribuna stampa dello stadio Olimpico, la marcia di avvicinamento però già segnalava un'anomalia: se tra i i tifosi viola si percepiva l'elettricità tipica di una finale, tra i napoletani il clima era differente. Il fiume azzurro da me intercettato all'altezza di ponte Milvio intorno alle 19,20 era piuttosto silenzioso. Nessun coro, nessuno sventolio di bandiere. Nulla. Una volta preso posto dentro l'impianto la sensazione si è ancor più amplificata. La Sud e la Monte Mario cantavano incessantemente, di fronte avevano una Nord e una Tevere impassibile. Il tam tam di quanto avvenuto all'esterno era evidentemente partito e più passavano i minuti e più l'onda azzurra faceva impressione per il suo essere ferma. Intanto con i colleghi della tribuna stampa si cercava a fatica di ricostruire gli eventi. Un'operazione quasi impossibile con un wi fi praticamente inservibile.
Le poche notizie captate me le ha fornite un agente di polizia, tifosissimo del Napoli: una vecchia conoscenza cui mi sono aggrappato per tentare di far luce su quanto stava accadendo. Nel frattempo tra i giornalisti è partito il dibattito sull'opportunità di disputare la partita, pur nell'incertezza della conoscenza di cosa era fosse realmente sucesso: dagli altoparlanti non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale ai settantamila presenti sugli spalti! Ero presente anche in quel lontano derby del 2004 quando la voce (falsa) della morte di un bambino indusse romanisti e laziali a rinviare il match, credevo che mai avrei rivisto simili scene. Mi sbagliavo.