Vargas e la solita esplosione estiva: magari stavolta lo vendiamo…
di Francesco Bruno
Come ogni anno il mese di giugno causa a noi malati del Napoli vere e proprie crisi di astinenza. Per tirare avanti dopo la fine del campionato non resta che seguire le consuete competizioni estive per nazionali in cui sono impegnati i giocatori azzurri. Quest’anno ci tocca la Copa America che, a dire il vero, offre alcuni spunti interessanti. C’è da seguire il Pipita Higuain, per provare a intravedere nei suoi comportamenti e nelle sue giocate qualche indizio sulla sua permanenza in azzurro. C’è il redivivo Zuniga che, come ogni estate, riemerge dall’oblio dei suoi interminabili infortuni pronto per scendere miracolosamente in campo con la Colombia. Ma soprattutto c’è Edu Vargas, sul cui rendimento estivo potremmo scommettere ogni anno andando sul sicuro.
Finora, come previsto e come già accaduto l’anno scorso ai Mondiali brasiliani, il cileno non ha tradito le aspettative: due gol e due prestazioni notevoli. D’altronde, lo dicono i numeri, con la maglia del Cile Edu si scatena. Con 20 reti in 43 partite giocate è l’ottavo miglior marcatore di sempre e, nel rapporto gol/numero di presenze, è il miglior goleador in attività. Lo scorso anno punì la Spagna ai Mondiali, in Copa America ha già battezzato l’esordio della sua nazionale con la rete del 2 a 0 ai danni dell’Ecuador e si è ripetuto siglando il 3 a 3 contro il Messico.
Il bello è che il cileno ha realizzato lo stesso numero di reti, giocando in quattro club diversi, dal 2012 ad oggi: Napoli (3), Gremio (9), Valencia (5), Queens Park Rangers (3). Vargas ha deluso in azzurro, dal gennaio del 2012 dirigenza e tifosi aspettano la sua definitiva esplosione. Si è ripreso al Gremio, ha sorpreso a metà a Valencia ed ha deluso, ancora, in Premier League, totalizzando 3 gol in 22 partite prima che un infortunio ne anticipasse la fine della stagione. La sua sembrerebbe una metamorfosi incomprensibile, dunque. Ma, a ben vedere, si possono trovare delle spiegazioni. Da tre anni a questa parte Vargas non riesce a dimostrare di essere dotato di quella struttura tecnica e mentale per reggere l’impatto di un campionato, specialmente europeo. Turboman riesce invece ad esprimersi al meglio nei tornei per squadre nazionali perché capita spesso che gli spazi siano più ampi e le difese meno compatte – quando è saltato per colpire di testa contro il Messico era completamente solo –, che ci sia più intensità emotiva che organizzazione tattica. Ti giochi tutto in meno di un mese, e per quel limitato periodo di tempo il senso di appartenenza ad una nazione ed i sentimenti d’identità fanno la differenza. Dobbiamo perciò augurargli di continuare a brillare in queste notti cilene. Solo così De Laurentiis potrà provare a monetizzare l’eventuale cessione a titolo definitivo, scongiurando il rischio di clamorose minusvalenze.