Dieci motivi per cui il pareggio tra Swansea e Napoli ci deve far sorridere

Nati per soffrire, ma forse non è un male. Henrique e Reveillere? Sono insuperabili in una specialità ben precisa...
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    di Boris Sollazzo

    Lo sappiamo, state tutti storcendo il naso. Ci eravamo illusi, dopo la vittoria della Fiorentina in Danimarca, che magari pure noi potevamo chiudere subito la pratica qualificazione. Ma siamo il Napoli, avimm' a suffrì. Però non tutti i mali vengono per nuocere.
    Proviamo a vedere dieci motivi per cui questo pareggio a reti bianche non deve toglierci il sorriso.
     
    1. Poteva giocare Uvini. Certo qualcuno poteva avvertirmi che era tornato Donadel. Con il numero 4, peraltro, di nuovo. E che ora anche i calciatori italiani mettono il soprannome sulla maglia. Il suo, chissà perché, è Henrique. Comunque sembra un ex giocatore anche al centro della difesa.
     
    2. Ottimo il pareggio ieri. Soprattutto perché giocavamo in nove, più due pedoni. Henrique e Reveillere, infatti, per regolamento interno e per limiti tecnici e fisici, possono essere spostati solo di una casella. Sarebbero inutili e decorativi persino a scacchi. 
     
    3. Henrique e Reveillere sono i massimi esponenti mondiali del nascondismo.
     
    4. Edu Vargas ha segnato il primo gol del Valencia contro la Dinamo Kiev. L'incredulità degli ucraini è sfociata in una rivolta di piazza. 
     
    5. Ogni allenatore ha il suo cocco, un giocatore oltremodo scarso che diventa titolare per investitura del caro leader. 
    Ricordate la lezione del buon Caligola?
    Reja aveva Savini, Donadoni Pià, Mazzarri Aronica e ora Benitez Reveillere. Questo nonostante il francese sia prossimo a ottenere una pensione di invalidità, sia coetaneo di Pesaola e sia così lento da riuscire a tornare indietro nel tempo. 
    Interessante però il coté un po' perverso del rapporto tra Rafa e Anthony: c'è del sadismo nel primo e del masochismo nel secondo. Dopo Gervinho lo spagnolo, infatti, impone al francese il velocissimo Dyer, figlio di una centometrista. A lui. Il figlio di una sprinter. 
    La prima volta si era ribellato, infortunandosi per disperazione. Ieri per non rincorrere il campione dello Swansea a un certo punto ha cercato il fallo nella propria area del compagno Miguel Angel Britos.
     
    6. Sono 360 minuti che non prendiamo gol. L'ultima volta era successo nel ritiro estivo e le avversarie non erano scese in campo. Lo stress provocato da questo eccezionale risultato ha fatto delle vittime: l'infortunio di ben due portieri - Andujar, capita l'antifona, è tornato di corsa a Catania - la febbre del difensore migliore, la scomparsa di Uvini che si è dato alla macchia.
     
    7. State tranquilli, Raul Albiol non sta male. Ma capito che Benitez non lo toglieva dal campo neanche nelle amichevoli, ha solo messo il termometro sul termosifone - Aurelio per risparmiare ha comprato solo i modelli vecchi, quelli con il mercurio liquido - per bigiare almeno in Galles.
     
    8. Possiamo rilassarci: la Svizzera, nostra confinante, non è razzista. Ieri abbiamo capito che ha fatto il referendum contro gli immigrati per non portare ai mondiali Inler e Dzemaili. Almeno non a quelli di calcio. Oddio a dirla tutta a qualsiasi sport stessero giocando lo stavano facendo comunque malissimo. 
     
    9. Jorginho non è in lista Uefa. Fabio Pecchia, però, sì. Tocca solo riuscire a convincere Platini che l'allenatore in seconda può scendere in campo. 
     
    10. I tifosi della Roma si son fatti dare dei terroristi e dei razzisti dai supporter dello Swansea. Che gli han dato pure dei rosiconi per la sconfitta in Coppa Italia. Proteggiamoli, io per molto meno devo girare sotto scorta di Tania Sollazzo ed Errico Novi. Con Francesco Albanese, Domenico Zaccaria e Dario Bevilacqua in una macchina civetta a fare da esca e Alessandro De Simone sui tetti a coprirmi le spalle. 
    Vesuvio, wash us with fire, che così non accendo il boiler.

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