Il pagellone di Lazio-Napoli
Rafael 6, Maggio 6, Raul Albiol 7, Koulibaly 6,5, Strinic 7, Gargano 6,5, David Lopez 5,5, Callejòn 6,5, De Guzmàn 5, Mertens 6, Higuain 7
Hamsik 5,5, Jorginho s.v., Zapata s.v.
Benitez 6.5
E' un Napoli coriaceo quello che si presenta allo Stadio Olimpico, determinato e sempre in partita nonostante una Lazio messa in campo benissimo e pericolosa nonostante le gravi assenze (Brafheid, Anderson, Mauri, Lulic e De Vrij), a dimostrazione del valore di Pioli come allenatore. Ma Rafa Benitez tira fuori dalla squadra grinta e ordine. La buona notizia è che la difesa sbaglia una volta sola - per un errore di Maggio che non si aspetta il Cavanda fuori posizione in area e raddoppia su Djordjevic, dove già stava Raul Albiol - e poi morde caviglie e palloni sulle frequenti penetrazioni biancazzurre.
Quando tutto manca Rafael è sempre ben piazzato e positivo e sicuro nelle uscite. Eccellente l'esordio di Ivan Strinic, terzino classico, freddo e intelligente, ottimo nell'anticipo come nelle soluzioni di costruzione: se sa pure crossare (oggi è stato piuttosto timido in questo fondamentale), abbiamo risolto i nostri problemi sulla sinistra per diversi anni. Koulibaly inizia con qualche incertezza, confuso e goffo, poi nei momenti più importanti sbroglia da par suo e finalmente si ritrova accanto un Raul Albiol formato campione del mondo. A centrocampo il solito Walter Gargano tiene sulle spalle un reparto e mezzo, mentre si conferma, purtroppo, la minicrisi di un David Lopez sempre in difficoltà nelle partite in cui si trova davanti buoni elementi sulla mediana avversaria. Callejòn sembra quello dell'anno scorso, non ossessionato dal gol (che sfiora a fine partita con il petto) e dedito a un gioco di sacrificio che più volte gli fa fare il laterale difensivo. Dries Mertens porta a casa l'assist per la bomba di Higuain, con una mezza veronica a centrocampo e un lancio con il compasso, poi sbaglia spesso l'uno contro uno, che però ricomincia a provare con coraggio. Sulla linea della trequarti l'unico insufficiente è Jonathan De Guzmàn, spesso nella posizione giusta ma mai capace di fare la scelta più adatta, soprattutto nel secondo tempo, quando dal suo piede passano molte delle opportunità di contropiede azzurre. Dispiace per Marek Hamsik: ha due grandi occasioni sul suo piede, la prima la spreca in maniera inspiegabile, la seconda la trasforma in un assist intelligente ma dopo aver colpevolmente rallentato un'azione perfetta per il raddoppio. Con la sua mezz'ora in campo dà ragione a Benitez che lo lascia in panca all'inizio.
Cosa dire, infine, di Gonzalo Higuain? Tre occasioni, un gol da campionissimo, sul palo di Berisha che non può che farsi piegare la mano dal suo missile terra-aria. Anche in questo match i compagni non lo assistono come dovrebbero - e se ne lamenta, cercando di spronarli, meno nervoso (se non verso l'arbitro Rizzoli, che non espelle Parolo ma dirige bene) e più leader - ma lui da solo mette in apprensione la Lazio per 80 minuti e rotti.
Vinciamo da grande, soffrendo e sfruttando al meglio la nostra superiorità tecnica, e portiamo a casa tre punti di platino per la corsa a un posto Champions. Bene così, e ora li vogliamo così in palla anche con Genoa, Chievo e Udinese.
(Boris Sollazzo)
Hamsik 5.5, Jorginho e Zapata sv.