Una vittoria al di là di tutto

Battere gli eterni rivali della Juventus non è mai un'emozione qualsiasi. Eppure proprio i lampi di superiorità mostrati dal Napoli ieri riaccendono la rabbia per i punti persi con le piccole
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    di Antonio Moschella

    A Napoli da sempre viviamo di emozioni effimere, fini a sé stesse, nelle quali inciampiamo quotidianamente, senza pensare al futuro. È la logica dello 'scurdamm'c 'o passat' e guardiamo sempre avanti. Così ho interpretato la vittoria di ieri contro la Juventus. Una vittoria che, a parte l'allungo sulla Fiorentina e l'aver riacceso qualche velleità per il secondo posto, è stata un godimento avulso da qualsiasi dinamica di calcolo o di posizione in classifica a fine stagione. A parte che ogni gara con la Juventus vale di più a prescindere, ieri il Napoli ha dimostrato nuovamente che al San Paolo nelle grandi notti non tradisce. I bianconeri non restavano a secco da 43 partite, non so se mi spiego. E allora risaltiamo i grandi meriti di Henrique, sentinella a destra, di Ghoulam stantuffo a sinistra, nonché di Albiol e Fernandez, che da un po' di tempo a questa parte hanno capito che parlano la stessa lingua non solo al telefono ma anche in campo. Il tutto diretto da un Pepe Reina praticamente spettatore pagante, eccezion fatta per un paio di prese comode e per i soliti rilanci con le mani oltre la metà campo. No, cari amici (?) juventini, non andremo a festeggiare per le strade come se avessimo vinto lo Scudetto, come sarcasticamente ci suggerite dall'alto della vostra boria che vi ha fatto cucire prematuramente le vostre tre stellette, manco foste dei generali reduci da 50 anni di guerra. Ma questa vittoria arrivata dopo una netta supremazia, diversamente da quanto accaduto con la Roma, ci ha fatto capire che il Napoli che sarà si sta costruendo su delle basi solide.

    L'unico neo di una prova maiuscola come quella di ieri è, paradossalmente, proprio la conferma che il potenziale della squadra è enorme: in questa stagione solo contro il Real Madrid la Juventus non aveva avuto possibilità d'appello in campo; poi è arrivata la serata di ieri, nella quale sono trasparsi lampi di qualità superiore, dettati forse dalla voglia di voler far bene contro un avversario storico; e arriva quindi prepotente la rabbia di chi ha visto dissipare in casa punti contro Parma, Sassuolo, Chievo, Udinese e Fiorentina. Citando Maradona, ciò che manca al Napoli è quel 5 per fare 100, ovverossia quella maturità definitiva che ti permette di essere ugualmente competitivo sia contro il Barcellona sia contro il Baracca Lugo. Una sconfitta contro la Juventus avrebbe aperto una crepa nell'ambiente. E invece è arrivato il trionfo, che nel breve periodo servirà magari solo per evitare che la Juventus finisca il campionato con 100 punti, ma che nel presente allieterà il lunedì di tanti napoletani, che gusteranno un caffè più saporito e una sfogliatella più dolce, con gli occhi vispi di felicità. Perché a Napoli si vive di momenti. Per il futuro, poi si vede...

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