Perché non gioca Gabbiadini?

Qualche motivo per cui ricordare a tutti che Benitez non è un allenatore qualunque
  • di Boris Sollazzo


    Lo so, siete le vestali del buon gioco e delle formazioni perfette, delle sostituzioni nel ruolo giusto, al momento giusto, con il calciatore giusto. E siete gli stessi che a gennaio dicevate "ma perché compriamo un trequartista invece che un difensore-centrocampista-metodista-architettodestrutturalista?"e che ora senza Manolo pensate non si possa neanche andare in bagno.
    Voi ora date la colpa a Rafa della sconfitta di Torino, del pareggio contro l'Inter, del Jobs Act e dell'invasione della Crimea, perché ha osato centellinare il nuovo Cristiano Ronaldo.
    A voi, fenomeni della tattica e di transfermarkt, che a FIFA 2015 vincete i campionati a punteggio pieno e che nei giochi manageriali mangiate in testa a Guardiola, Mourinho, Carlo Ancelotti ed Eziolino Capuano, chiedo di guardare i convocati di oggi, quelli di Napoli-Dinamo Mosca. Non c'è Manolito. Per colpa di Benitez e della sua passione per Callejón? No. Per colpa di un errore nella lista Uefa di Bigon? Neanche. Per colpa della passione dello spagnolo per De Guzmàn? Neanche, siete fuori strada. Il bollettino medico parla di affaticamento muscolare. Già, il nostro non gioca perché pur essendo quello meno utilizzato nel suo reparto, è già stanco e i suoi muscoli reclamano una pausa. Guarda un po', anche questa volta aveva ragione Rafa. Il principio di infallibilità di Benitez, ormai, è uno dei cardini della scienza calcistica. Ma voi non lo capite, lo so: state aspettando che ad aprile Bompiani editi la biografia di Sir Alex Ferguson con le sue frasi puerili e rabbiose contro il nostro conducator per ricominciare a parlare. E allora sapete che c'è? Vi meritare Bortolo Mutti, Andrea Agostinelli e Vincenzo Montefusco.

     

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