Napoli, i punti della svolta

La sfida all'Inter sarà un crocevia della stagione.
  • tratto da Il Garantista

    di Boris Sollazzo

    A Napoli sono disorientati. Callejón spera ancora nello scudetto, il presidente cerca di rassicurare tutti con tweet pervasi di un prudente ottimismo, Benitez crede nei suoi e sembra aver recuperato il gruppo. Eppure il malato non sembra ancora guarito, nonostante il trittico di vittorie tra campionato e coppa siano state medicine utili a placare i sintomi della malattia. Ma le cause del disagio, di gioco e non solo, ci sono ancora. E allora proviamo a capire quale può essere la cura perché il Napoli torni grande. O lo diventi pure più dello scorso anno. 
    La terapia d'urto parte dalle stanze più o meno segrete della società. Nei salottini di Castel Volturno dove spesso si incontrano De Laurentiis, Bigon e Rafa, c'è bisogno di fare chiarezza.
    Il primo, almeno ai suoi, deve dire se c'è davvero la trattativa con un possibile futuro proprietario. Che sia uno sceicco qatariota, un americano o un miliardario cinese poco importa. Se il produttore cinematografico non fa luce su queste voci incontrollate che a Napoli stanno distraendo tutti dal posticipo di Milano, l'unico risultato che otterrà sarà una destabilizzazione dell'ambiente, come successe alla Roma ai tempi delle fantasie su Soros, degli abboccamenti di Kerimov, delle grottesche trattative targate Fioravanti. 
    Da parte sua il mister spagnolo non può aspettare marzo per far sapere se rimarrà sul Golfo. Se rinnovo o divorzio dovrà essere, il dubbio va sciolto entro Natale. Solo così Bigon potrà affrontare il fondamentale mercato di riparazione di gennaio sapendo se dovrà far fronte a un esodo di massa a rate (Higuain in testa) o se potrà mettere qualche altro mattone per il Napoli del futuro. 
    Nello spogliatoio, poi, ci si dovrà parlar chiaro, come dopo Bilbao, sconfitta da cui scaturì il patto per l'Europa League. Nulla è perduto in campionato e allora va raddoppiata la posta: ma perché si possa sperare nell'impresa del recupero a Roma e Juventus si deve fare la partita della vita nella Milano nerazzurra. Il problema è che di match decisivi il Napoli di Benitez ne ha vinto finora solo uno, contro la Roma in coppa Italia, nella scorsa stagione. Si deve ripartire dai campioni che per ora hanno steccato: Raul Albiol, Zuniga, Mertens e lo stesso Higuain su tutti, sperando che Insigne si sia finalmente sbloccato con il Torino e che Koulibaly si confermi un grezzo erede di Thuram.
    Inutile poi dire che al piuttosto scontato sblocco del Pipita deve aggiungersi la necessità di ritrovare un uomo forte in porta. Impossibilitato Bigon a dragare i campionati di tutto il mondo per scovarne uno in tempi brevi, serve un miracolo dell'allenatore. O Rafa riesce a recuperare Rafael, infortunatosi seriamente l'anno scorso durante la sua partita più bella (contro lo Swansea) e ora psicologicamente e tecnicamente in grave difficoltà, oppure dovrà giocarsi, e in fretta, la carta dell'esperienza e del talento bizzarro ma spesso efficace di Andujar. Gli azzurri, attualmente, non possono permettersi questo gioco con portieri volanti. Tra i pali, in questo momento, darebbe più garanzie persino il giovanissimo Nikita Contini o "nonno" Colombo. Sarebbe forse il caso di provare in Svizzera, giovedì prossimo a Berna, contro lo Young Boys, il numero uno argentino, invocando un normale turn-over. 
    Si devono poi svegliare le riserve: con l'infortunio di Gargano - frattura allo zigomo per uno scontro fortuito con Mertens - David Lopez ha l'occasione per riscattare le prese in giro di chi è rimasto deluso dal suo acquisto, Inler di ritrovare il posto da titolare e De Guzmàn di mostrare a tutti che il gol a Genova non è stato un exploit casuale. I tre devono tirar fuori gli attributi, in un reparto fondamentale per il gioco di Benitez, colpevolmente non rinforzato nel mercato estivo. Paradossalmente la pur terribile difesa di queste giornate dà meno preoccupazioni: Britos mostra imprevedibili miglioramenti, Henrique sembra tornato quello dello scorso anno (almeno in allenamento) e potrebbe dar fiato a Maggio, sempre più in difficoltà sulla fascia, per via dell'età e una competitività calante.
    Ma, parliamoci chiaro, tutto passa e passerà per Gonzalo Higuain. Dichiari amore al Napoli, fughi le notizie su un suo addio a gennaio e diventi il leader di una squadra orfana del carisma di Pepe Reina. E creda nel miracolo. Glielo chiede il San Paolo, innamorato perdutamente di lui fin da subito, ma anche tutta la serie A, preoccupata del fatto che si ripeta una corsa a due al vertice con siderali distanze dalle altre. In fondo, proprio a Milano, ma con i rossoneri, il numero 9 azzurro fece vedere a tutti, lo scorso anno, con una bomba irresistibile, di che pasta fosse fatto. Ora tocca di nuovo a lui "esonerare" un ex azzurro eccessivamente rimpianto, Walter Mazzarri.
     

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