Pellegrino: "Benitez è un maestro di calcio"
Di Antonio Moschella per 'Il Mattino'
Mauricio Pellegrino, attuale allenatore dell’Estudiantes de La Plata, conosce come pochi Rafael Benitez. È stato suo giocatore nel Valencia e nel Liverpool e suo assistente sulla panchina del club inglese e nella breve esperienza all’Inter. La sua formazione di calciatore e allenatore è vincolata agli anni passati al fianco del tecnico del Napoli.
Pellegrino, lei era già al Valencia prima di Benitez, quando con il suo connazionale Héctor Cúper avevate sfiorato la vittoria della Champions League nel maggio 2001.
Quella squadra era solida. Nonostante avessimo perso la finale contro il Bayern Monaco ai rigori in quel di San Siro (di Pellegrino l’errore decisivo ndr), avevamo ancora molta fame. L’arrivo di Rafa portò una nuova linfa, necessaria dopo l’addio di Cúper. Le sue direttive permisero alla squadra di compiere un vero e proprio salto di qualità dal punto di vista di gioco e si è visto anche al Napoli, dove ha dato un’identità alla squadra.
Lei è stato il difensore più utilizzato da Benitez in quegli anni. In Italia si discute sulla sua poca attenzione alla fase difensiva...
Mi sembrano critiche eccessive e fuori luogo. Credo che Rafa sia un allenatore che cura in maniera meticolosa tutte le fasi di gioco. Da difensore posso evidenziare la sua cura alla transizione dall’azione di difesa a quella di attacco. Il nostro Valencia era una squadra corta che copriva meglio gli spazi a seconda delle esigenze. In pochi mesi avevamo automatizzato tutti i movimenti d’attacco, che partiva dai piedi di noi difensori e si sa che le squadre di Benitez sono letali in contropiede.
A proposito di difensori, lei ha visto debuttare un certo Raúl Albiol...
Sono molto legato a Raúl perché vivevo in un paesino molto vicino al suo, Villamarchante. Albiol iniziò da mediano, ma grazie alla sua stazza fisica si riciclò perfettamente come difensore, un ruolo perfetto per lui.
Nel Napoli di Benitez c’è un suo connazionale, Gonzalo Higuaín. Che opinione ha di lui?
Gonzalo è un attaccante straodinario. L’Argentina e il Napoli sono fortunate a poter disporre del suo talento. Mi fa impazzire la sua capacità di smarcarsi e di creare occasioni da gol. Porterà il Napoli molto in alto.
Con Benitez vi siete poi ritrovati a Liverpool nel 2005.
È stata un’esperienza importantissima perché sono cresciuto ulteriormente vicino a lui. Per il primo anno sono stato il suo ‘secondo’ in campo, poi dal 2008 lo sono diventato ufficialmente in panchina. Grazie a lui sono diventato quello che sono adesso e ho potuto allenare il Valencia e ora sono qui all’Estudiantes.
Sente spesso Benitez?
L’ultima volta è stato ad inizio anno e, quando il mio lavoro me lo permette, seguo il Napoli. L’ultima partita che ho visto è stata quella con l’Inter in Coppa Italia.
Duván Zapata è al Napoli grazie a lei, lo sa?
In realtà io non ho bisogno di suggerire alcun giocatore a Rafa, che sa il fatto suo. Gli ho semplicemente parlato di Duván come un centravanti forte fisicamente e dal rendimento elevato qui in Argentina.
Può descrivere Benitez con una parola?
Semplicemente un maestro di calcio. Tutte le sue squadre hanno vinto dei trofei e pochi allenatori possono vantare un curriculum come il suo negli ultimi quindici anni.