Benitez, si ’na cosa grande. Non ti curar di noi, ma guarda e... resta

Basta una rete di Rolando Bianchi per farci ripiombare nella disperazione. E puntare il dito contro Rafa. Che per ora ha fatto miracoli
  • di Boris Sollazzo

    Strootman aggredisce Vidal. In una partita giocata a mille all’ora, in cui persino l’appoggio più semplice e arretrato è stato fatto sotto un pressing reciproco asfissiante, mi ha colpito uno scontro apparentemente periferico, a un passo dalla bandierina del calcio d’angolo. Perché sono scoppiato a ridere, in quel momento. Quei due portenti di tecnica, grinta e cattiveria ridicolizzavano con quello scontro all’ultimo calcione tutti i disfattisti nostalgici di Mazzarri (oddio, che poi Walter lo rimpiange solo Auriemma che gli ha dichiarato amore eterno anche in diretta su Italia1: tenerissimi). Lì li avrei voluti tutti davanti, per dirgli: vedi la differenza? Loro hanno quei due mostri, noi Inler che al novantesimo sbaglia un colpo di testa – neanche uno dei suoi errori peggiori, a dirla tutta – e la manda in angolo. Il buon Kevin poi, qualche decina di minuti dopo, se n’è andato a fare anche un assist rincorrendo una palla praticamente già uscita, ma sarebbe troppo facile citare quello. Vabbè mi direte, però la Roma non ha ricambi. Infatti è entrato Pjanic che dopo aver cambiato la stagione dei giallorossi con la doppietta contro di noi, l’ha portati pure in semifinale di Coppa Italia. Il nostro quarto centrocampista fino a una settimana fa era Radosevic, ora speriamo sia Inler. 

    Siamo terzi a 43 punti – uno in più della scorsa stagione, ma questo era il periodo migliore del livornese –, ma ci lamentiamo perché l’Emilia Romagna non la digeriamo (Sassuolo, Bologna, Parma: 5 punti in 4 partite). Davanti abbiamo due squadre superiori in tutto e per tutto, mentre noi giochiamo con Anthony “nascondino” Reveillere. Che per carità se la sta pure cavando ma ieri quando ho visto, non dico Maicon, ma persino Peluso mi è venuto da piangere.

    Ma noi no, facciamo gli schizzinosi. Noi che con Diego Maradona in squadra abbiamo dato tre anni a Ottavio Bianchi per vincere lo scudetto, non diamo neanche qualche mese al miglior allenatore mai visto sul Golfo. Uno che aveva resuscitato Mesto, e che ora ce lo fa rimpiangere, uno senza il quale non avremmo Higuain, Mertens, Callejòn, Reina e pure il povero Raul Albiol che in fondo non poteva far altro al Dall’Ara: lo sciopero bianco, da bravo stakanovista sfruttato. Che poi oltre a subire fallo, fa una cosa giustissima, va a marcare Fernandez, il giocatore più pericoloso per lui in area.

    Come abbiamo – pardon, avete – fatto a sperare nello scudetto? Questa Juventus forse farebbe fatica a far fare il titolare persino ad Hamsik e la stessa Roma, che ha trovato in Rudi Garcia il suo top player, pochi ricordano che a livello di “figurine” fosse più forte di noi anche nel biennio precedente. A dirla tutta, mettendo in fila i valori tecnici, non è che Fiorentina e Milan siano inferiori a noi, e l’Inter è un passo indietro ma solo perché Mazzarri è talmente ossessionato dal Napoli da volerlo aiutare anche da allenatore dell’Inter.

    Noi allo spagnolo abbiamo dato una difesa degna del Chievo, un centrocampo all’altezza di quello dell’Atalanta (e mi verrebbe da dire “magari!” se non odiassi la mitizzazione del pur valido Pierpaolo Marino) e un attacco stellare, ma solo grazie a lui, visto che, pronti via, appena arrivato noi gli avevamo venduto Cavani.

    Certo, la Gazzetta ci dava per vincenti ad agosto, ma sappiamo come ragionano lì alla Rosea sul Napoli: fosse per loro Hamsik e Zuniga si schiatterebbero di freddo e si intristirebbero con la nebbia a Milano e Torino. Insomma, non sono il massimo della credibilità e di sicuro non amano gli azzurri.

    Vero è anche che Aurelio andava dicendo che saremmo andati meglio del secondo posto precedente. E detto che non è affatto escluso, cosa avrebbe dovuto dire? «Perdonatemi, ho tre fenomeni e una manica di pippe?». 

    Insomma, se arriviamo in Champions, per qualsiasi strada, Rafa ha fatto un miracolo. Come lo aveva fatto in Champions, facendo gli stessi punti dei vicecampioni d’Europa e del miglior Arsenal degli ultimi anni. E probabilmente finirà la stagione con il record di punti assoluto dei partenopei. Di sicuro dopo 20 giornate non ne avevamo mai fatti tanti e pure senza mezza squadra da troppe partite (Reina, Behrami, Hamsik, Zuniga e Mesto).

    Sì, diranno in molti, ma tutti questi gol non li prendevamo neanche con Aronica. E certo, perché in effetti giocando a cinque magari avremmo Britos e Fernandez contemporaneamente in campo. Magari con Armero e Reveillere. Poi però lo psichiatra lo pagate voi a Raul Albiol. Quello si suicida gettandosi nel fossato del San Paolo al primo contropiede avversario. 

    Vabbè, direte, e il centrocampo a tre? Ma chi c’era dietro gli svizzeri prima d’ora? Gioca con quattro attaccanti perché almeno davanti si giochi alla grande, semplice, per supplire alla mediocrità degli altri due reparti: gli è riuscito nell’80% dei casi. Pardon, nel 76% dei casi.

    Rafa sta facendo miracoli. Tocca alla società essere alla sua altezza e a quella di Higuain. Perché uno come Marekiaro, che ti dichiara amore eterno a prescindere, capita una volta nella vita. E se, mio caro De Laurentiis, vuoi davvero tenerti Rafa per otto anni come hai detto, aiutalo. Lui ti ha risparmiato Astori e Antonelli, pensa alla società prima che a se stesso, se ti chiede qualcuno è necessario. Se gli chiedi del calciomercato lui ti dice che Moratti non gli comprava nessuno e tu sì che lo capisci. Non cerca mai scuse, Benitez: dopo i passi falsi non cita le assenze, anzi elogia chi c’era. E non rimpiange chi non arriva a Castel Volturno, ma gode di quello che ha. Io capisco, Auré, che sei ancora traumatizzato da Britos e Inler, che quei 28 milioni di euro ti vanno ancora di traverso. Ma don Rafé è tutt’altra pasta.

    Quindi miei cari – e caro Domenico –, smettiamola. Sediamoci e godiamoci una bella squadra destinata a crescere sempre di più. Capisco che veniamo da scudetti in serie, che dopo sette triplete consecutivi è dura da ingoiare questa stagione in cui abbiamo vinto già sei volte in trasferta e in cui abbiamo maramaldeggiato a San Siro, all’Olimpico, al Bentegodi e al Franchi. 

    E se, Diego non voglia, arrivassimo pure quarti non sarebbe uno scandalo. Abbiamo un progetto, a Dortmund Klopp ha perso parecchio all’inizio e continua pure a farlo. Noi ci lamentiamo dei pareggi contro l’Udinese (la squadra che ha fatto fuori le milanesi in Coppa), contro il miglior Parma della stagione, contro un Bologna più che decente e in cui Diamanti ha deciso di andare in Cina, pare, con una settimana di ritardo.

    Rafa, ti chiedo solo due cose: fammi andare allo Juventus Stadium un’altra volta quest’anno e Jorginho fammelo esordire subito. Al posto di chi, lo sai già.

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