Benitez e le mine vaganti
di Francesco Albanese
Prima ancora della fatica di una stagione logorante e del valore di avversari agguerriti, Fiorentina su tutti, ora gli ostacoli per il Napoli si trovano soprattutto tra le mura di Castel Volturno. Il pareggio di sabato e gli spigolosi commenti di Benitez a fine gara hanno lasciato il segno. La sensazione è che da qui in avanti la storia di questo Napoli in salsa spagnola sarà segnata da un prima e da un dopo Udine.
Finora Rafa ha osservato, ha valutato, ha atteso, adesso deciderà con chi proseguire il suo cammino all'ombra del Vesuvio. Saranno scelte tecniche, ma non solo. A dover essere valutati saranno anche altri parametri: primo fra tutti la compatibilità di ogni elemento con il resto della squadra. L'obiettivo chiaramente non deve essere quello di creare una classe di bravi scolaretti che non si azzuffano mai, ma dar vita ad un gruppo più cementato quello sì. Episodi (reiterati) come quelli tra Insigne e Callejòn alla fine minano la stabilità della squadra.
Nessuno pretende che i giocatori siano tutti amici tra di loro, né l'armonia è di per sé garanzia di successo (ricordate la Lazio del 1974?), però nel calcio di oggi, dove le partite sono vivisezionate fotogramma per fotogramma, simili attriti diventano un lusso che non ti puoi permettere. Ha fatto bene l'allenatore a rimproverare pubblicamente Lorenzo? Probabilmente no, ma un moto di stizza dobbiamo pur concederlo al serafico Benitez. Se il “dossier” Insigne-Callejòn è ascrivibile alla categoria “beghe di cortile” del tipo “il pallone è mio e me lo gestisco io” quello tra Behrami e Inler lo possiamo invece catalogare alla voce “svizzeri belligeranti”: un ossimoro che nuoce gravemente alla salute del centrocampo azzurro. I due ormai sono separati in casa. Behrami, che usa Twitter con la spregiudicatezza di un Renzi qualsiasi, lo ha dichiarato pubblicamente. La frattura procurata dalle inopportune frasi del procuratore di Inler e dalla successiva mancata presa di distanze di quest'ultimo (stando alla versione fornita da Valon in una recente intervista) porterà quasi certamente uno dei due a lasciare il club a fine anno.
Aldilà delle smentite di facciata, pare proprio che sia Behrami quello con la valigia pronta. Del resto per lui è stato un anno complicato. La comica gestione dell'infortunio (“mi opero, anzi no, forse sì, aspettiamo un nuovo consulto, non mi opero, facciamo fisioterapia”) complice una comunicazione societaria in quel caso non all'altezza, non ha favorito il feeling tra l'ex viola e l'ambiente Napoli. E nemmeno hanno aiutato quei tweet di troppo sul furto d'auto e sulla multa comminata per “eccesso” di clacson. Il resto lo ha fatto il campo. Dopo lo straordinario rendimento della stagione 2012-13 con Mazzarri, quest'anno Behrami è andato a corrente alternata. Non è al cento per cento, ma siccome è un generoso, prova a spingersi anche là dove la condizione non glielo permette. Se parliamo di calcio anche Inler non ha disputato un campionato memorabile, anzi. Allo stato attuale però la sua permanenza a Napoli è meno in bilico, ricordandoci sempre che per partire ci vuole qualcuno che ti compri al prezzo giusto. In realtà tra gli “svizzeri belligeranti” dovremmo anche inserire Dzemaili. Sparito dai radar di Castel Volturno, quella dell'ex granata ormai è una lotta silenziosa. Si allena e va in panchina. Il campo non lo vede più, insomma siamo ai titoli di coda.
Grande incertezza avvolge invece il futuro di Reina. L'infortunio di Rafael ci ha fatto capire l'importanza di un portiere che a gennaio, anche per via dell'acquisto di Andujar, sembrava già lontano dal Golfo. Il ritorno tra i pali di Reina ha invece rifatto esplodere l'amore col pubblico, ma ora arriva il momento della verità. Il Liverpool, proprietario del cartellino, vola verso il titolo inglese e dello spagnolo non sa che farsene. L'ipotesi Barcellona è preclusa dall'impossibilità per i catalani di fare operazioni di mercato. Resta il Napoli (e forse l'Atletico Madrid) che dal canto suo non vuole svenarsi per l'ingaggio. Un errore come quello commesso a Udine non si giustifica certo con discorsi di questo tipo, per il bene di tutti sarà opportuno però arrivare ad una soluzione del caso il prima possibile. #CelochiedePepe.