Ora i campioni restano, Lavezzi e Cavani erano sempre in fuga
di Errico Novi
Ma alla fine è stato un anno inutile? In fondo è quello che voleva insinuare Marotta: avete festeggiato tanto per la vittoria con la Juve perché non avete altro a cui aggrapparvi. Ma l’ad bianconero capisce poco di cose napoletane, d’altronde lavora in un altro club e non c’è da angosciarsi per il suo giudizio. Basta poco per capire invece che dalle nostre parti questa stagione ne ha portate parecchie di novità. Una è più importante, anche se si nota poco: siamo diventati più appetibili per i campioni. Lo dimostrano le dichiarazioni fatte in queste ultime ore da Higuain e Reina, i due nostri giocatori di maggiore caratura internazionale. Il primo, in un’intervista a +N, ha detto in pratica di essersi messo alle spalle il Real Madrid e di sentirsi felicissimo in riva al Golfo. Il secondo dichiara a una radio spagnola, Onda Cero, che essere accostati al Barcellona fa piacere (e a una domanda a riguardo rivolta da una radio del suo Paese difficilmente un nazionale spagnolo potrebbe rispondere diversamente) ma fa capire chiaramente che già pensa alla prossima stagione in azzurro. Due segnali che riassumono l’enorme passo avanti fatto dal club partenopeo rispetto agli anni precedenti. Ricordate le lagne di Lavezzi e Cavani, quasi disperati per quel contratto che imponeva loro di restare in azzurro? Come dimenticare le scorribande di Alejandro Mazzoni, ineffabile agente del Pocho che nell’estate 2011 tolse il sonno a De Laurentiis con le sue presunte trattative per l’acquisto di Ezequiel attribuite a club di mezza Europa? E le litanie del Matador, che nonostante l’affetto dimostratogli ha mortificato i tifosi azzurri per due anni ininterrotti con le sue smanie di fuga? Nessuno si scandalizza, siamo adulti ed educati alle logiche di questo calcio. Ma il Napoli di Mazzarri che molti rimpiangono metteva in fuga i top player. Quello di Benitez non solo li attrae ma li entusiasma. Questa è una rivoluzione, che ci piaccia o no. Ed è una delle diverse rivoluzioni che la “Rafa-lution” porta con sé. È che noi napoletani non ci facciamo mai andare bene niente, e soprattutto non ci soffermiamo sulle conquiste destinate a dare frutto nel tempo. Facciamoci caso, invece: i messaggi del Pipita e di Reina rappresentano una svolta, dovrebbero renderci orgogliosi. E soprattutto dovrebbero bastare, come risposta, a quell’uomo triste che fa l’amministratore delegato della Juventus.