"Brasil decime què se siente..."
di Francesco Albanese
La cantano i tifosi sugli spalti, la urlano i giocatori dell'Albiceleste negli spogliatoi dopo ogni successo. Ormai non ci sono dubbi: "Brasil decime què se siente..." è l'inno di questi mondiali. Nel 2006 fu il PO PO PO PO PO PO ad accompagnare le gesta azzurre fino alla notte di Berlino, stavolta è il coro argentino a dominare la scena. In realtà quella che ascoltiamo in questi giorni è una versione riveduta e corretta del motivo con il quale i tifosi del Boca sfottevano quelli del River in occasione della storica retrocessione dei "Millionarios" del 2011. "River dimmi che cosa si prova ad aver giocato in serie B, ti giuro che, sebbene passino gli anni, mai dimenticheremo quello che ti è sucesso" così la "Doze", la mitica curva della Bombonera infieriva sui malcapitati cugini.
Adesso è diverso. Accantonata per un attimo l'accesa rivalità trai due club più rappresentativi d'Argentina (senza dimenticare quella Racing e Independiente o tra Central e Newell's), tutte le tifoserie fanno quadrato attorno agli uomini di Sabella. Insomma è il tempo dell'orgoglio nazionale e di ricordare ai poco amati vicini brasiliani che sono "figli" degli argentini e che quindi mai potranno superare i loro "padri" e che nel 1990 " el Diego gambeteò" e "Canni te vacunò" e, per finire, ovviamente che "Maradona es màs grande que Pelè".
"Brasil, decime qué se siente tener en casa a tu papá.
Te juro que aunque pasen los años, nunca nos vamos a olvidar...
Que el Diego te gambeteó, que Canni te vacunó, que estás llorando desde Italia hasta hoy.
A Messi lo vas a ver, la Copa nos va a traer, Maradona es más grande que Pelé".