I video - Rischio vendetta contro i “romani”: i cori di Napoli-Cagliari erano solo per loro, ascoltateli
di Errico Novi
Video 1 – I cori: “Romano bastardo”. Certo, la risposta del San Paolo è stata complessivamente buona: nessuna provocazione nei confronti dello Stato, nessuna offesa ai suoi Caduti, nessuna maglietta che potesse essere confusa con un’offesa alla memoria di Raciti. E soprattutto quei due striscioni meravigliosi: “Ciro tieni duro” in curva B, lato ex Masseria, e semplicemente “Ciro” al centro della curva A, proprio dove di solito prendono posto Genny e i suoi Mastiffs. Una sola parola che ricorda altre circostanze drammatiche: per esempio il “1926” che campeggiava in entrambe le curve nei due anni di serie C. Ma su una cosa la curva A (la “B” è rimasta quasi sempre in silenzio) non fa sconti: la promessa di vendetta rivolta ai "romani". Nel primo video che trovate sotto l’articolo si sente prima un lungo applauso di tutto lo stadio agli striscioni per Ciro. Poi la “A” attacca il primo coro: “Romano, oh oh, bastardo…”. E si capisce che Renzi, Alfano, Vespa e il prefetto di Roma non sono interlocutori potabili per le curve del San Paolo.
Video 2 – I cori: “Non finisce così”. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Se non che al “Non finisce così” della curva A, chiaramente rivolto ai romanisti, tutto lo stadio applaude, come si vede dal filmato, anche i tranquilli distinti. E che poi parte subito un altro, vecchio coro contro le “Romane” e i loro “figli”.
Video 3 – I cori: “Chi non salta è giallorosso”. Avete ancora dubbi su quale sia il nemico individuato dai tifosi del Napoli? Queste immagini ve li tolgono.
Video 4 – I cori: “Vergognatevi”. Solo una piccola parte della protesta inscenata dalla curva A è rivolta allo Stato, ai responsabili dell’ordine pubblico. Tra i pochi c’è questo coro genericamente indirizzato a tutti quelli che si portano sulla coscienza l’incredibile fallimento nella gestione dell’ordine pubblicO nella notte del 3 maggio.
Solo Genny. Il resto non esiste. Lo sparo? Si vabbe’. Ciro in fin di vita? Povero ragazzo, però se l’è cercata. Va avanti così da cinque giorni ormai. Perché? Due motivi: prima di tutto la pistola fa troppa paura e confonde anche chi dovrebbe dare risposte, cioè il governo e gli stessi media; poi c’è una scelta scientifica, precisa, quella di colpevolizzare Napoli e i napoletani per disarmare la loro sete di vendetta. Perché il non detto, il fantasma tremendo attorno al quale si continua a girare, è proprio quella possibile spirale di ritorsioni: vendette tra ultras e magari altro sangue, come mai si era visto nelle faide da stadio. Un fantasma, certo: da esorcizzare subito però. Il risultato è che Napoli resta sotto attacco. La squalifica del campo per due giornate si inserisce perfettamente in questa costruzione mediatica. Adesso arrivano indagini sui rapporti, inesistenti, tra De Laurentiis e le curve. Questa offensiva cieca contro la città è così generalizzata che tenerle testa è impossibile. Lo è per la stampa napoletana, figuriamoci per gli ultras: possono mai reggere l’urto di un sistema mediatico con i fucili tutti spianati nella stessa direzione? Ed è chiaro allora che l’unica risposta possibile per le curve, che non possono intervenire a Porta a porta o a Piazza pulita, è rivolgersi semplicemente al proprio nemico “naturale”, cioè ai “romani”. L’unico linguaggio che non lascia il tifo estremista in una condizione d’inferiorità è, alla fine, proprio quello diretto agli altri ultras. Nel caso specifico ai romani e in particolare ai romanisti. Contenti adesso? È meglio così? Ne siete sicuri? Avete incastrato Genny ’a carogna, daspo anche per Massimo Mantice dei Fedayn, solo ieri Ciro è tornato libero di farsi tenere la mano dalle persone care. E cosa avete ottenuto? Che martedì sera la curva A ha “preso la parola” con due cori: “Romano bastardo” e “Non finisce così”.