Tanti auguri Napolista! Quattro anni, ma è già grande
di Boris Sollazzo
In quattro anni si prepara un'Olimpiade, un mondiale. Se si è particolarmente dotati si conclude persino un corso di laurea. Grandi imprese, insomma. E lo è anche un sito molto speciale che è nato appunto quattro anni fa. Il 27 marzo.
E allora con queste righe vogliamo fare i nostri auguri a un fratello maggiore, Il Napolista, senza il quale, forse, un gruppo di napoletani in trasferta come il nostro non avrebbe pensato neanche, a un sito come questo. Probabilmente non avremmo immaginato che si sarebbe potuto parlare di calcio in un altro modo, di Napoli e del Napoli da un'altra angolazione, se Max Gallo e Fabrizio d'Esposito, il 27 marzo del 2010 non avessero avuto la pazza idea di un sito tutto testi, opinioni, analisi, ironia e provocazioni, intellettuali ed ironiche.
Lo confesso, ho amato da subito Il Napolista, anche se spesso non ero d'accordo con la loro anti-mazzarrite e con l'insofferenza inconsciamente innamorata di Gallo per Lavezzi. L'ho amato quando li sentivo troppo snob, l'ho amato quando li trovavo disfattisti. Figuriamoci ora che condividiamo l'amore per Rafa Benitez e la voglia di un progetto vero, ampio, che ci porti oltre i nostri limiti. Perché il Napolista come Extranapoli mai vogliono essere condiscendenti con le fragilità di un popolo, una cultura e una città meravigliosi e maledetti.
Cominciai leggendo Ilaria Puglia e Mimmo Carratelli, poi ovviamente Gallo, Trapani, quello Spadetta che ho sempre adorato pur punzecchiandoci, ora Il Ciuccio. Inutile elencarli tutti, ciò che conta è che insieme hanno messo su un puzzle che "sin prisa e sin pausa" ha formato, o meglio ha dato voce a una nuova generazione di tifosi, più consapevole e slegata dalle consorterie di opinionisti, fazioni faziose, facili demagogie. Si sono sempre dilettati, da quelle parti, a prendere posizioni scomode, pur dando spazio a voci contrastanti (anche se ora il rafaelismo sembra predominante, come è naturale tra persone di buon senso e buon gusto). E come per Benitez, prima ancora di vincere per i napolisti è importante la qualità. Con alcune cadute, come quando fecero scrivere persino il sottoscritto. Ma gliene sono grato: un seme del mio libro #Chevisietepersi lo seminai in quelle righe, nelle mie polemiche con loro, nella mia lettera d'addio al Pocho che, ne sono convinto, sia tuttora una delle cose migliori che ho pubblicato. Lì capii che potevo scrivere del mio amore più grande, lì cominciai a comprendere come.
Cento di questi giorni, Napolista, perché hai solo quattro anni e sei già grande: capace di portare una bandiera di Benitez dentro lo stadio, di farti citare dal Corriere della Sera, di infilarti in discussioni internazionali e prenderne le redini. Capace di intuizioni prodigiose e battute fulminanti, di analisi sempre intelligenti e stimolanti. In un'informazione sportiva maleducata e non di rado in malafede come quella napoletana (e in generale centromeridionale: Roma, che i Napolisti conoscono bene, è anche peggio), sei stato e sei aria pura. Nella città in cui il fuoco amico è il più pericoloso, in cui le critiche di pseudotifosi e giornalisti prevenuti minano la serenità di un ambiente e la sua capacità di crescere, tu segui una strada diversa, la tua.
Buon compleanno. Da questo fratello minore, cugino, amico o chissà cos'altro. E con un po' di presunzione, vi diciamo: leggeteci entrambi, non ve ne pentirete. E magari, con ancora meno umiltà vi diamo un suggerimento: smettete di ascoltare e leggere profeti da quattro soldi, opinionisti opinabili e giornalisti dalla memoria corta e dalla critica facile quanto la loro capacità di ritrattare. Extranapoli.it e ilnapolista.it, magari, non vi daranno per primi la notizia di calciomercato che verrà smentita un'ora dopo. Ma sfogliandoli, non vi annoierete. E avrete, avremo voglia di volare un po' più alto. O almeno ci proveremo insieme, come con Rafa.