Sassuolo-Napoli e il primo, grande equivoco del Napoli di Sarri

Vogliamo affrontare tutta la stagione con il 4-3-1-2? Allora diamo a Sarri gli uomini giusti. Va bene rinforzare la difesa, ma lo schieramento offensivo attuale è senza capo né coda
  • di Domenico Zaccaria

    Guai a cadere nella trappola del disfattismo dopo una sconfitta alla prima giornata: la squadra è nuova per almeno cinque undicesimi, l’allenatore è appena arrivato ed ha bisogno di tempo, non tutti i mali vengono per nuocere e 18 anni vengono una volta sola. Già, se all’indomani della sfida con il Sassuolo non è giusto mettere nessuno sul banco degli imputati, è forse almeno il caso di evidenziare alcuni equivoci che gli azzurri si portano appresso sin dai primissimi giorni di ritiro: equivoci che, inevitabilmente, sono esplosi in tutta la loro chiarezza al Mapei Stadium. Problemi di modulo e di mercato, di musi lunghi e mal di pancia vari che vanno risolti il prima possibile, magari in questi ultimi giorni di trattative.

    Ci avevano detto, ad esempio, che Sarri, al contrario di Benitez, era un allenatore che amava adattare il modulo in base ai giocatori a disposizione. E allora poche storie, con la rosa attuale del Napoli il 4-3-1-2 è una forzatura bella e buona: Mertens e Callejon non sono seconde punte da affiancare ad Higuain, bensì attaccanti esterni; così come Insigne, che rifinitore non è mai stato, e lo stesso Gabbiadini, che ha fatto vedere le cose migliori nel 4-3-3 di Mihajlovic. Ecco, quel 4-3-3 rapidamente accantonato da Sarri nei primi giorni di ritiro perché “fa perdere baricentro alla squadra” continua ad apparire il modulo senza dubbio più adatto alla rosa a disposizione del mister. Soprattutto alla luce dei tanti attaccanti a disposizione e delle loro caratteristiche: Insigne è un attaccante esterno sinistro (Zeman docet) e non un rifinitore “di gamba”  come vorrebbe il credo calcistico dell’allenatore tosco-napoletano; così come Mertens, che dovrebbe giocarsi il posto in squadra con Lorenzinho senza snaturarsi come partner di Higuain; allo stesso modo Callejon è un attaccante esterno destro (lo è sempre stato, al Real Madrid come sotto al Vesuvio) e lo stesso Gabbiadini potrebbe dare il meglio di se in quel ruolo o, all’occorrenza, in quello di vice Pipita che fu di Zapata.

    Non esaltare il potenziale offensivo dei vari Insigne, Mertens, Callejon e Gabbiadini vuol dire, per una squadra come il Napoli che fa dell’attacco il suo fiore all’occhiello, condannarsi a una stagione mediocre. E i mal di pancia estivi dei vari (ancora crediamo che le sparate dei procuratori siano casuali e non “suggeriti” dai loro assistiti?) Gabbiadini e Mertens stanno lì a dimostrarlo. E’ il caso di rifletterci bene in questi ultimi giorni di mercato: si vuole continuare per tutta la stagione con il 4-3-1-2? Allora si facciano scelte decise in questa direzione, acquistando un rifinitore vero e vendendo qualcuno là davanti. Si parla tanto di rinforzi in difesa, ma il rischio concreto è che sia l’attacco l’equivoco più grande del Napoli di Sarri: e se 4-3-1-2 deve essere, meglio un Saponara col sorriso che un Gabbiadini imbronciato.

     

     

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