MIlan(o) delenda est, contro i rossoneri non si vince da 27 anni
di Francesco Albanese
13 aprile 1986 Papa Giovanni Paolo II visita la sinagoga di Roma. E' la prima volta che un papa entra in un tempio ebraico. Quel giorno un altro Papa (stavolta vestito d'azzurro) fa ingresso in un altro tempio (calcistico). Il suo nome è Diego (primo ed unico), mentre il tempio in questione è San Siro: la casa del Milan. Berlusconi aveva già definito a febbraio l'acquisto del disastrato club meneghino, ma la sua mano si sarebbe vista solo a partire dalla stagione successiva. "Silvio salvaci dalla vergogna" scrivono in curva i fan rossoneri in quella stagione. Il vento in poppa invece ce l'ha il Napoli. Il progetto costruito attorno a Maradona è ormai una realtà. Il campionato che volge al termine ha mostrato una squadra in grande ascesa, del resto con due attaccanti come l'argentino e Bruno Giordano far bene diventa un obbligo. E' una primavera soleggiata quella di Milano. Liedholm vuol chiudere con dignità una stagione di sofferenze in campo e fuori, ma gli azzurri di Ottavio Bianchi sentono profumo di colpaccio.
Il primo tempo è un monologo partenopeo. Giordano sigla l'uno a zero con un tocco felpato. Poco dopo spunta Diego che da fuori area s'inventa una magia delle sue. A testa bassa contro un muro di difensori milanisti Diego tocca il pallone facendolo apparire e scomparire in pochi centimetri quadrati. Il tiro improvviso pare scagliato con una molla. Una stilettata di sinistro che Terraneo vede solo dopo che il pallone è ormai alle sue spalle.
Finita? Macchè! Bisogna fare i conti con l'orgoglio dei padroni di casa. Di Bartolomei, che già dai tempi della Roma spesso ci castigava, piega su punizione le mani di Garella. San Siro spinge i rossoneri all'assalto. Il Napoli fa affidamento su una tattica antica: le barricate. L'area azzurra è una tonnara, l'ideale per uno come Garella. Capelli da paggetto (meglio paggione), ventre prominente e un'insospettabile agilità fanno di questo 31enne torinese un portiere insuperabile in giornate come questa. A rivedere i filmati d'epoca fa ancora sorridere il suo essere guascone così come colpisce quella maglia numero 1 con lo sponsor ormai stinto. Scaramanzia o troppi bucati? Virdis, all'ennesima prodezza dell'ex veronese, vorrebbe quasi ritirarsi a vita privata in un nuraghe. Ormai è finita. Il Napoli vince 2 a 1 e blinda il terzo posto in classifica.
Seguiranno gli anni degli scudetti e della coppa Uefa, ma da allora a San Siro contro il Milan non si vincerà più. Anzi saranno quasi sempre mazzate atroci. Una su tutte: quel 4 a 1 del 3 gennaio 1988 quando un Gullit stratosferico annientò un Napoli vittima di un'indigestione di struffoli.
Era il primo MIlan di Arrigo Sacchi, colui che Rafa Benitez ha definito più volte come suo modello al punto che, come ha scritto "Il Napolista", andò a visitarlo a Milanello durante il suo viaggio di nozze!
Corsi e ricorsi. Speriamo.
ps Ecco la top ten di quei giorni.
1) ADESSO TU - EROS RAMAZZOTTI
2) RUSSIANS - STING
3) THE CAPTAIN OF HER HEART - DOUBLE
4) SENZA UN BRICIOLO DI TESTA - MARCELLA BELLA
5) LEI VERRÀ - MANGO
6) È TUTTO UN ATTIMO - ANNA OXA
7) IO NASCERÒ - LORETTA GOGGI
8) BURNING HEART - SURVIVOR
9) INNAMORATISSIMO - RIGHEIRA
10) THE SUN ALWAYS SHINES ON TV - A-HA