Francia gioie e dolori
di Francesco Albanese
Se dico Francia voi a cosa pensate? A me vengono in mente quattro figure: due incubi e due piccoli eroi. I primi hanno le sembianze di William Prunier e Reynald Pedros.
Il disastrato Napoli del 1997-98 (Mutti, Mazzone, Galeone, Montefusco) tra gli innumerevoli e comici tentativi di resurrezione percorse anche l'improbabile pista transalpina.
Sbarcarono così a Soccavo i due sopracitati. L'uno, Prunier, bruttarello forte semplicemente non sembrava un calciatore professionista. Dotato di una lentezza disarmante, spianava la strada a chiunque gli si parasse davanti. A fine anno il suo score recitò solo tre presenze: 180 minuti scolpiti con terrore nella memoria di ogni tifosi azzurro che si rispetti. Nel 1992 Prunier vestì pure la casacca della Nazionale in un'occasione, ecco perchè “Le Bleus” fino al '98 hanno avuto poca fortuna nelle competizioni internazionali.
Identico fu l'impiego anche di Pedros. Protagonista di alcune buone stagioni al Nantes e al Marsiglia a puntare su di lui fu il Parma di Calisto Tanzi. In Emilia gli unici colpi di Pedros che ricordano erano quelli di sole che ornavano la sua chioma, a Napoli se possibile andò pure peggio. Le sue finte avevano un qualcosa di comico: pallone da una parte e Pedros dall'altra e così per i difensori avversari era un gioco da ragazzi ripartire con violenti contropiede. Di lui si diceva che calciasse bene le punizioni, ma quel Napoli raramente superava la propria metà campo e così quel talento non venne mai rivelato. Nei sei anni successivi, tra Italia e Francia, Pedros giocò una quarantina di partite realizzando la miseria di tre gol.
La storia cambia se citiamo invece i nomi di Laurent Blanc e Alain Boghossian.
Il primo lo ammirammo, sì ammirammo, per una sola stagione. Trentuno presenze e 6 gol (sei!) nel 1991-92. In panchina c'era Ranieri che puntò subito forte su di lui. Si diceva che fosse lento ed era vero, ma la classe con cui guidava la difesa era cristallina. Al suo posto doveva arrivare Belodedici (un altro grandissimo), ma Laurent fu un colpo azzeccato che abbiamo visto partire tropo presto.
Come Blanc anche Boghossian era nella rosa della Francia campione del mondo del 1998. Lui ce lo siamo goduto un po' di più. In azzurro è rimasto per tre anni. Un lottatore, una delle poche intuizioni di quel Napoli metà anni '90 che vivacchiava grazie ai prestiti altrui. Il suo vero limite fu un fisico solo in apparenza da gladiatore. Gli infortuni lo hanno bersagliato, ma in campo quando c'era il franco-armeno te ne accorgevi eccome. Centrocampista di razza, venne a volte impiegato anche come centrale di difesa con risultati eccellenti. E poi ci regalò un'emozione indimenticabile battendo un celebre calcio di rigore. http://www.youtube.com/watch?v=E0qMpKY4ogQ