Lazio-Napoli 1-1, O’ Trammammuro: chi sale e chi scende
di Domenico Zaccaria
SU: MIGUEL ANGEL BRITOS – Il giocatore più criticato degli ultimi anni al piano più alto del nostro ascensore: questa sì che è una notizia! Parte alla grande ma la sciocca ammonizione per un fallo a centrocampo fa temere il peggio. E invece il buon Miguel Angel sfodera una prestazione quasi perfetta, con la perla del salvataggio sulla linea che evita il 2-0 della Lazio nel momento peggiore della squadra di Pioli. Bene, bravo, Britos: speriamo che queste tre B restino a braccetto ancora per tanto tempo.
SU: GOKHAN INLER – Ecco un altro che sembrava definitivamente uscito dai radar azzurri: un primo tempo in sofferenza, qualche errore in appoggio ma anche tanta, tanta generosità. Poi una gara giocata in crescendo in fase di interdizione e di impostazione: il secondo tempo tutto all’attacco degli azzurri è per buona parte merito suo.
SU: DRIES MERTENS – Gioca a sprazzi ma quando si accende fa male: splendido il lancio per Higuain in occasione dell’1-1. Ancora non è il funambolo ammirato la scorsa stagione ma tenta sempre la giocata: un buon segno per un calciatore con le sue caratteristiche.
SU: MANOLO GABBIADINI – Nel primo tempo gioca la peggiore partita da quando indossa la maglia del Napoli. Ma appena la squadra si accende, lui la butta dentro. “Gol facile”, diranno alcuni; sì, ma per arrivare su quella palla di Higuain ci devi credere.
SU: GONZALO HIGUAIN – Sbaglia alcune facili occasioni, compresa quella che porta all’1-1. Però gioca con rabbia e spirito di sacrificio. E ogni azione pericolosa degli azzurri passa dai suoi piedi.
GIU’: JONATHAN DE GUZMAN – I suoi errori su calci di rigore in movimento stanno diventando una costante: grave, ieri, aver mancato il possibile 1-2 che avrebbe chiuso il discorso qualificazione. Prima e dopo, il solito De Guzman, prezioso nei movimenti senza palla e confusionario con la palla tra i piedi.
GIU’: DAVID LOPEZ – Perché incattivire con quella stupida ripartenza a gioco fermo una partita fino a quel momento tranquilla?
GIU’: JOSE’ MARIA CALLEJON – Che avesse poca voglia si era intuito dal primo piano della Rai a pochi minuti dal calcio d’inizio: “Ma che ci faccio qui?”, sembrava dire la sua faccia, malinconicamente seduto in panchina. Poi, una volta entrato in campo, i dubbi sono diventati certezze: la voglia di giocare era rimasta a Napoli.