Antonio Cassano al Napoli? Io voto sì

Lo dico subito: Domenico Zaccaria ha ragione, Antonio Cassano non serve. Eppure è necessario, perché si vince, a volte, con le mosse sbagliate. Perché Savicevic al Milan ha regalato una Coppa Campioni
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    di Boris Sollazzo

    Abbiamo bisogno di Mascherano, Jackson Martinez o Balotelli, Skrtel o Agger o Vermaelen (anche se guardate l'attuale Ranocchia, prendiamolo prima che torni a costare venti milioni di euro, magari dando Maggio e Britos al loro allenatore preferito). Forse avremo la necessità di comprare un grande portiere. E allora, mi chiederete (e si chiede anche Domenico Zaccaria, ben più competente di me), perché Cassano?

    Perché si vince con le scommesse: con gli Altafini e con i Savicevic, con quei giocatori superflui che sorprendono prima te e poi gli avversari. Con quelli che arrivano dentro il tuo spogliatoio, magari lo fanno tremare, ma poi alla fine ti creano una montagna di anticorpi, sono un vaccino e se non ti uccidono, ti rendono più forte. Perché Hamsik sa inserirsi, Mertens è efficace e ficcante, Higuain è il bomber, Insigne è un meraviglioso incompiuto (ancora per poco, speriamo), Callejòn è il frutto della clonazione incrociata di Carnevale e Crippa, ma essendo più forte di entrambi. Ma uno come lui, non ce l'abbiamo, siamo sinceri. Uno che scuota anche Rafa Benitez e gli rompa le uova nel paniere, disobbedendogli quando necessario, non c'è ad allenarsi a Castelvolturno. E non lo dico perché ho paura che ci dia un altro dolore, il prossimo anno, al San Paolo, o nella futura gara al Tardini.

    Lo dico perché lui, senza apparente motivo, ha ammesso la sua voglia di Napoli dall'amico Pierluigi Pardo, a Tiki Taka. Qualcosa che non deve sembrare scontato, se è vero, come diceva Roberto Baggio, "che Napoli sarebbe perfetta per me, ma solo dalle 15 alle 17 di una domenica su due". E per quella città e quella squadra, a 32 anni, potrebbe accettare di essere una riserva di lusso, di rendere pregi pigrizia e indolenza, di fare da picador dopo che i compagni hanno stancato il toro (è una metafora, non una presa in giro dei granata sconfitti lunedì), oppure di agitare la capote perché gli altri toreri abbattano il nemico. Di rompere gli indugi di quei momenti difficili, da campionato italiano, in cui tutti gli avversari sono dietro la linea del pallone e serve il genio, la sregolatezza, pure un po' di culo (e il ragazzo ce l'ha: con quello che ha fatto, ancora trova squadre e uomini che credono in lui).
    E perché, come Totti, si sta innamorando del ruolo di centravanti. E, lo so io e lo sapete voi che, Goran Pandev va ringraziato ma mandato via, e Zapata merita una squadra in prestito. Almeno per una decina d'anni.
    Perché non provare Cassano, senza svenarsi? E già che ci siamo, riprendiamoci pure il Pocho, suvvia: così non chiederei un bomber di scorta, perché se dietro Bettega o Anastasi, ci puoi mettere core 'ngrato, dietro Higuain puoi mettere Cassano, con quell'insospettabile abilità di testa e quella tecnica soprannaturale che lo farebbe dialogare alla grande nel congestionato attacco azzurro.

    Certo, devi scommettere sul nuovo Cassano. Quello che è dimagrito, quello che non fa più polemiche, quello che resiste alle lusinghe della Samp, quello che vuole Napoli. Quello che, lo sappiamo tutti, farebbe impazzire il San Paolo, al primo dribbling, alla prima guasconata sotto la curva, al primo gol contro la Juventus, che ha rifiutato per ben tre volte (e già questo è un validissimo motivo per vederlo con la nostra casacca).
    Quello che secondo me, come compagno di gioco e di giochi, come pungolo, raffronto, monito - del tipo "Loré, nun fa fesserie che poi fai la fine di un talento purissimo che non è mai andato al mondiale" - e fratello maggiore scapestrato, potrebbe far bene a Lorenzo Insigne. Che potrebbe insegnare al Magnifico come si sogna l'impossibile con una palla tra i piedi, quello che gli direbbe di non accontentarsi di un tiro a giro o di una grande punizione.

    E infine, se Rafa Benitez lo doma, restituisce a lui e a noi tutto ciò che il barese ha dissipato in una carriera intera.

    Vi lascio, per chiudere, con una riflessione: che gusto sarebbe vincere con il giocatore che prima la Roma e poi Mazzarri han mandato via? Lo so, sono provinciale e un po' vendicativo. Ma in fondo sono buono.

    Proprio come quell'adorabile geniaccio di Antonio.

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