Salvare il Parma dal fallimento? E gli altri allora?
di Maurizio Lombardi
Quando nel mondo del calcio una grande squadra è in difficoltà, come sta capitando al Parma nel corso di questa stagione, tutti cercano di manifestare la propria vicinanza e si augurano che i danni non siano eccessivi come vedere i ducali dover affrontare nel corso della prossima stagione un campionato dilettantistico per esempio.
Spesso però ci si dimentica che ogni anno succede a qualche squadra di trovarsi in una situazione economica non certo piacevole: nell’attuale Serie A ben 9 delle 20 squadre che la compongono in passato sono passate attraverso scioglimenti o rifondazioni, compreso lo stesso Parma dell’era Tanzi o la Fiorentina e il Napoli passate attraverso il Lodo Petrucci e ripartite dalla Serie C.
I problemi economici non affliggono però solo la Serie A. Questa stagione in Lega Pro 6 delle 60 componenti hanno subito solo quest’anno un deferimento, in parole povere un ammonimento da parte della Lega che le rimprovera di non aver pagato in tempo gli stipendi ai propri calciatori. A questi club si devono sommare quelli già penalizzati ad inizio anno per lo stesso motivo o per non aver ottemperato in tempo a tutte le fidejussioni necessarie per l’iscrizione al campionato.
Uno degli esempi è il Barletta che, negli stessi giorni in cui gli occhi degli appassionati si limitavano a guardare cosa accadeva dalle parti di Collecchio , vedeva i propri conti societari finire sotto indagine per capire quanto sia realmente solida la situazione societaria.
Un altro degli esempi forse più clamorosi è quello del Savoia, dove tutti i giocatori della rosa biancoscudata hanno messo in mora la società colpevole di non aver ottemperato ai pagamenti degli stipendi dopo aver aspettato dal mese di dicembre un passaggio di quote societarie ad altri imprenditori che però poi dalle parti di Torre Annunziata non si sono mai visti.
Barletta e Savoia seppure hanno diversi campionati di Serie C e qualcuno di Serie B alle spalle non hanno la stessa storia e la stessa importanza del Parma si potrebbe obiettare, ma stavolta a rischiare sono anche club come Brescia e Varese in Serie B, e in C il Lecce, che rischia di ricevere una brutta mazzata finanziaria nel caso non dovesse raggiungere la promozione attraverso i playoff, e il Monza che invece ha già avviato le pratiche per il fallimento. Nell’attuale Serie D stanno per uscire dal mondo del calcio minore squadre come Siena e Padova. La situazione del Parma attuale, quindi, creerebbe un precedente gravissimo, aiutare i ducali a finire la stagione sportiva significherebbe dire in maniera implicita a tutti i club professionistici che anche se ci sono problemi economici non c’è da preoccuparsi perché tanto c’è la possibilità di ricorrere ai fondi della Lega, creando così ancora più società con poco capitale e con poca voglia di pagare quanto dovuto ai propri giocatori e dipendenti.
Per il bene del calcio italiano forse sarebbe meglio che le squadre insolventi ripartano dal mondo dilettantistico.