Intervista a Fernando Signorini
di Antonio Moschella per "Il Mattino"
Un sorriso malinconico si disegna sul volto di Fernando Signorini quando ricorda i suoi anni napoletani, tra un caffè in piazza dei Martiri e le corse improvvisate con Maradona nel bosco di Capodimonte. L'ex preparatore atletico del campione dà voce alle sue emozioni e parla di Diego, Higuain, Mascherano e del suo libro («Calcio,chiamata alla rivolta: la disumanizzazione del calcio») che racconta degli eccessivi sforzi dei calciatori moderni.
Da quanto tempo non torna a Napoli? «Dieci anni ormai. L'ultima volta, quando sono stato ospite di un amico, ho ricordato una canzone argentina che recita “Uno torna sempre nei luoghi in cui ha amato la vita”. E Napoli è uno di questi. Ho lasciato il cuore nella casa di via Manzoni».
Le piacque tanto la città che restò oltre un anno dopo l'addio di Maradona. «Restai a Napoli fino al novembre ’92, anche perché Diego era scappato all'improvviso e aveva lasciato moltissime cose nella sua casa di via Scipione Capece, oltre alle sue Ferrari e Bmw».
Com’era allenare Maradona? «Io sapevo cosa serviva a lui per rendere al meglio. D'accordo con il preparatore atletico del Napoli, avevo stabilito un allenamento ad hoc per Diego, evitandogli esercizi inutili e noiosi».
Quando iniziò a essere il suo preparatore personale? «Nel febbraio ’84. Mi diede appuntamento nello studio del manager Cyterspilerper firmare il contratto.Ma io gli risposi che non ce n'era bisogno, ormai eravamo amici e un vincolo legale non era necessario. Bastò una stretta di mano e da quel momento non ci separammo più fino al mondiale del ’94».
Poi nel 2010 arrivò una telefonata... «Appena l'Argentina si qualificò per il Mondiale sudafricano, Diego, ct della Seleccion, mi chiamò chiedendomi di andare con lui».
In quel Mondiale Maradona puntò su Higuain, oggi simbolo del Napoli. «Nonostante Milito avesse disputato una stagione eccellente,vincendo tutto con l’Inter, Maradona fece capire subito che il centravanti titolare sarebbe stato Higuain, che fu il migliore marcatore con 4 reti».
Quest'anno con il Napoli Higuain ne ha messe a segno 24 oltre a 12 assist. «Higuain è un portento a livello fisico, oltre ad essere in possesso di una eccellente tecnica individuale. È un attaccante completo che può giocare su tutto il fronte offensivo ed è letale in contropiede».
In quell'edizione dei Mondiali lei allenò anche Mascherano. «È un Bagni al quadrato, un calciatore ideale per una piazza come Napoli. Ma ho parlato con il suo agente Walter Tamer, che mi ha detto che la famiglia non ha intenzione di muoversi da Barcellona e cheLuis Enrique lo vuole al centro del suo progetto. Dovrebbero rinnovargli il contratto fino al 2018».
Nel suo libro lei spiega come il calcio moderno non tenga conto della salute di alcuni calciatori. «Si giocano troppe partite e a decidere tutto sono gli sponsor e gli agenti, che lucrano per ogni gettone di un loro calciatore. I ritmi sono insostenibili e i calciatori fanno avanti e indietro per girare spot o per andare in nazionale, mentre gli allenamenti sono sempre più fisici. I club dovrebbero riunirsi a tavolino e informare la Fifa che intendono dissociarsi per creare un'associazione calcistica parallela».