Rafa, se proprio devi andartene, fallo con un ‘titulo’
Ha sempre chiesto ‘echilibrio’, Don Rafa. Lui, poliglotta e savio come pochi, non ha mai perso il suo accento spagnolo durante la sua esperienza napoletana. La sua parlata è affabile, lieve e simpatica, anche quando fa errori. Quelli di grammatica glieli abbiamo sempre perdonati. Oggi però tocca non farne nessuno in campo.
Rafa, sappiamo tutti che tu vuoi vincere con noi, che non sei uomo da ‘mobbing al contrario’ e che non calerai la cresta davanti a delle eventuali bislacche richieste del presidente. Sappiamo anche che Napoli ti affascina e che qui ti senti a casa, nonostante ogni tanto ti rechi a Liverpool dove dimorano tua moglie e le tue figlie. Sappiamo anche che probabilmente questi saranno i tuoi ultimi mesi alla guida degli azzurri, come hai lasciato trapelare dall’intervista concessa ieri ad ‘As’, nella quale non ti sei lasciata andare, nonostante parlassi la tua lingua madre.
Quello che ti chiediamo tutti, rafaeliti e non, è di riportarci ad assaporare qualcosa di remoto, qualcosa che fu l’apice di un’epopea magnifica, la più luminosa della nostra tribolata storia. Stavolta non ci sarà Lui, che tutto poteva. Stavolta non saremo al San Paolo. Stavolta non siamo i favoriti. Ma stavolta è più importante vincere. Non per il trofeo in sé quanto per una rivincita storica su soprusi troppo a lungo sopportati. E anche perché, se tu sei venuto qui, è stato per aiutarci a crescere in questi momenti fino ad ora troppo esigenti.
Tu sei un Rey de Copas, lo hai già dimostrato. Sai come si alzano al cielo questi moderni idoli di noi poveri malati di calcio e di Napoli. Oggi, se c’è un aspetto sul quale siamo favoriti sulla Juve, quello è la sapienza e l’esperienza di chi dirige dalla panchina. E allora alzati, grida, sbraita. Fai qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma, oltre l’echilibrio, la prisa sin pausa. Regalaci un ‘titulo’. Poi se vorrai potrai andartene, con il sorriso tuo e nostro a rispecchiarsi al momento dell’addio.. Ma senza rimpianti.