Quello di Aurelio è un all in troppo azzardato
di Francesco Albanese
L'estate sta finendo, anzi per qualcuno non è mai iniziata. Per esempio per quei tanti tifosi del Napoli divenuti un tutt'uno con smartphone e tablet pur di attendere novità dal mercato di De La e Bigon. La sete di notizie ha fatto sì che ciascuno si facesse la sua mappatura delle reti wi fi disponibili lungo lo Stivale.
La “dead line” dell'undici agosto è trascorsa invano e così ci siamo presentati al preliminare nelle condizioni che conosciamo. Riavvolgendo il nastro della memoria, se a maggio ci avessero detto che il 19 agosto avremmo visto titolari in campo Britos e Gargano, avremmo pensato a uno scherzo di cattivo gusto, e invece...La burla è divenuta realtà. Come se non bastasse, Britos ha giocato fuori ruolo (pure meglio di come giochi da centrale) e Gargano è stato il migliore in campo con Higuaìn. Insomma le certezze di oggi sono i dubbi di domani. L'ottovolante azzurro non la smette di girare, ma forse stavolta i calcoli societari rischiano di portarci fuori giri. E' come se De Laurentiis stesse facendo un “head to head” a Texas Hold'em con i tifosi del Napoli dall'altra parte del tavolo, il gruzzolo in mezzo e Benitez a far da spettatore interessato.
Decidere di giocarsi l'accesso alla Champions con i soli innesti di Michu e Koulibaly è paragonabile a un “all in”, con tutte le conseguenze che questo comporta. Ipotesi A: il Napoli passa a Bilbao e, oltre a De Guzman, conclude un paio di trattative già ben avviate per dare a Rafa l'organico completo che si aspetta. Ipotesi B: l'Athletic ci elimina, i soldi della Champions non arrivano e per noi si spalancano le porte dell'Europa League. Siamo sicuri che in questo secondo caso il Napoli rinuncerà a fare mercato? La piazza già oggi bolle, il contratto in scadenza del mister è un altro motivo di apprensione, potrebbe Aurelio permettersi di tenere un basso profilo in ossequio agli obblighi imposti dal fair play finanziario? Un bilancio sano per una realtà come quella napoletana è condizione ineliminabile per la sopravvivenza del club, ma per come si stanno mettendo le cose la società sarà comunque obbligata ad investire sul mercato in entrata. Le spalle larghe di De Laurentiis non potrebbero reggere l'urto del malcontento di piazza e critica. Un cedimento alle ragioni del cuore rispetto a quelle del portafogli quasi s'imporrebbe. A meno che non si voglia vivere una stagione intera con un clima da guerra civile tra “papponisti” e “aureliani” da cui nessuno uscirebbe vincitore.