L’Athletic Bilbao, identità e fierezza

I leoni di San Mamés sono una grande di Spagna, nonostante gli albi non parlino troppo di loro
  • di Antonio Moschella

    Tre anni fa, più per curiosità che per altro, mi ritrovai imbarcato su un volo per Santader, con destinazione finale Bilbao. Il mio scopo era conoscere da vicino un’entità ( non una squadra ) pressocché unica nel mondo. L’Athletic Bilbao, dai suoi tifosi chiamato anche soltanto Athletic, ha le stimmate dell’istituzione che va oltre la semplice denominazione di società sportiva: esso rappresenta un popolo, un’identità culturale a sé stante, avulsa dalla Spagna della quale fa, politicamente, parte.

    L’autobus che mi portava da Santander a Bilbao aveva come suo capolinea proprio la stazione di San Mamés, che prende nome dal quartiere che battezza anche lo stadio, che oggi è nuovo ed ha assistito timidamente alla demolizione di quello storico, nel quale ogni squadra che faceva la prima apparizione portava un mazzo di fiori al busto di Pichichi, lo storico cannoniere basco che ancor oggi dà il nome al titolo di miglior marcatore della Liga. I leoni, che secondo la leggenda San Mamés aveva addomesticato, sono, appunto, i calciatori dell’Athletic, che ogni domenica vengono spinti da 50mila invasati nel rinnovato catino, il San Mamés Barría (nuovo in basco). Tale struttura è ancora incompleta, ma ciò non riduce l’impressionante fervore dei tifosi baschi.

    Perché i sostenitori biancorossi sono simili ai napoletani: sebbene siano del Nord e vivano sotto il rigore dell’Atlantico e disconoscano il calore del Mediterraneo, rappresentano una realtà culturale di grande spessore, spesso troppo offuscata dal duopolio Barcellona - Madrid, non solo dal punto di vista calcistico. Gli 8 titoli dell’Athletic la rendono una delle grandi di Spagna, sebbene non al livello di Barça, Real e Atletico Madrid. I baschi sono i classici antieroi, proprio come i napoletani: isolati dal resto del paese in cui vivono, sono portatori fedeli di una cultura propria, che si riflette al meglio nella loro squadra di calcio. Una regola non scritta impedisce, infatti, che nell’Athletic possano giocare calciatori nati al di fuori delle sette province basche (tre delle quali in Francia e quattro in Spagna) o calciatori che a livello professionistico non si siano formati nel quartier generale di Lezama, a 15 km da Bilbao.

    Senza vittorie in Liga dal lontano 1983 - 84, ossia l’anno in cui Goikoetxea riduceva del 30% la mobilità della caviglia sinistra di Maradona e baschi e catalani organizzavano davanti a Re Juan Carlos una delle risse più celebri della storia del calcio, l’Athletic si riaffaccia alle soglie della Champions League con la stessa fame degli azzurri. E sarà proprio la bolgia di San Mamés, la casa dei leoni, che deciderà quale tra le due squadre avrà il diritto di rappresentare il proprio popolo nell’Europa che conta.

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