Higuaín, da oggetto del desiderio a spauracchio. Dei Gunners
È stato molto chiaro, Arséne Wenger, nella conferenza stampa di oggi: “Higuaín era uno dei tre big che seguivamo per l’attacco, ma ha preferito Napoli. Spero che non ci punisca con un gol". Parole eloquenti, che lasciano intendere come quella del tecnico francese verso il centravanti argentino fosse più di una stima. Nessuna dichiarazione di circostanza, dunque.
In effetti quest’estate Gonzalo Higuaín è stato vicinissimo all’Arsenal, dove successivamente è approdato il suo ex compagno al Real Madrid Mesut Ozil, uno degli uomini più temuti da Rafa Benítez nell’incontro dell’Emirates Stadium. Eppure Higuaín ha voluto Napoli, tra il fascino antico del luogo dove dominò Re Diego, la voglia di dimostrare il suo valore lontano da Madrid e le motivazioni stimolanti del progetto architettato dal tecnico spagnolo.
Per Higuaín, che deve fare i conti con un affaticamento agli adduttori, è la grande occasione per smentire coloro che gli hanno puntato il dito contro a causa delle sue rare marcature in Champions League. In 6 stagioni nelle merengues, Gonzalo ha messo a segno appena 8 reti nella massima competizione europea. Con il Napoli si è già sbloccato due settimane fa contro il Borussia Dortmund, dimostrando di avere il gol nel sangue e di non temere il grande palcoscenico notturno del torneo continentale.
Certamente l’Emirates non è il San Paolo, nonostante la nutrita presenza di tifosi azzurri prevista. Tuttavia l’ambientazione è perfetta per i grandi campioni, che spesso si esaltano nelle occasioni più spinose e, di riflesso, più affascinanti. Se una vecchia volpe come Wenger s'era deciso a puntare forte su Higuaín evidentemente aveva le sue ragioni. Per fortuna del Napoli anche Rafa Benítez conosceva il vero valore del Pipita, a cui è toccato l’arduo compito di far dimenticare Cavani. Ma Gonzalo è uomo e calciatore umile e, nonostante abbia già toccato il cielo con il Real Madrid, non si sente sazio. La sfida intrapresa con il Napoli lo ha caricato ancora di più. E la voglia di giocare uno scherzetto in casa di uno dei suoi più grandi ammiratori, a pochi passi dal salotto di José Mourinho, potrà essere un’ulteriore spinta emotiva per fare bene in quel di Londra.