In Portogallo scrivono che dopo l’1-0 il Napoli ha giocato senza cazzimma
“No melhor pano, cai a nódoa” (Sul miglior panno, cade la macchia).
Espressione portoghese perfettamente calzante per la partita di ieri. Proprio sul migliore dei panni è caduta la macchia, al 72esimo minuto. E il cosiddetto “panno” era perfetto. In 54mila sugli spalti del mitico San Paolo, a sostenere la squadra come se fosse una partita di Champions. Atmosfera mai vista in una gara della snobbata (in altre stagioni) Europa League.
I giornali portoghesi hanno esaltato l’impresa del Porto, a maggior ragione perché a livello interno, nella Liga Portoguesa, i dragões stanno veramente deludendo settimana dopo settimana. Il giornale sportivo O Jogo in prima pagina scrive: “Una anima così grande”, con una foto di Quaresma che esulta dopo il suo fantastico gol, con le braccia aperte.
Lo stesso quotidiano scrive che il Porto è stata una squadra con un’anima enorme e che ha saputo soffrire dopo l’1-0 dei padroni di casa. Secondo questo giornale il Napoli ha creato tantissime difficoltà al Porto, soprattutto nel primo tempo in cui si è presentato con un super-pressing a centrocampo, cercando di non permettere al Porto di palleggiare come tanto gli piace.
Ecco l’analisi di O Jogo sul Napoli, reparto per reparto: “In difesa il migliore è stato Henrique, anche se fuori ruolo. Bene in difesa e anche in attacco, la prima grande occasione del Napoli l’ha avuta lui. Ghoulam soltanto nel primo tempo è riuscito a contenere gli esterni del Porto. Albiol e Fernández non si sono adattati al gioco aereo del Porto e si sono fatti trovare impreparati sul 2-1. A centrocampo il peggiore è stato Behrami, nettamente sottotono. Inler, che doveva essere l’elemento di costruzione del gioco del Napoli, non ha potuto svolgere il suo compito e non ha preso iniziative, essendo impegnato a chiudere gli spazi concessi dal suo compagno. In attacco Insigne è stato il migliore”, secondo O Jogo, e anche Higuaín e Mertens “hanno giocato bene, creando tanti problemi alla difesa portista. Hamsik e Callejón praticamente senza voto, soprattutto il primo”.
Ringuardo l’arbitro, scrive il giornale: “La nazionalità di Martin Atkinson si è riflessa nella conduzione della gara. Non segnala alcuni falli che andavano puniti anche con i cartellini. Anche nel suo Paese quel fallo di Quaresma su Mertens, con i piedi a martello, viene punito. Ha segnalato il fallo del belga del Napoli, e il calcio lo ha ringraziato per aver lasciato il portoghese in campo... Non è stato bene assistito in alcuni attacchi del Napoli, molto incline a giocare al limite del fuorigioco, cosa che fa stancare gli assistenti”. Eh, Quaresma lo deve ringraziare, e non poco. Mah. Io degli arbitri, così come Don Rafè, non voglio parlare.
Sempre secondo O Jogo, “Testa”, è la parola chiave per la partita che ha fatto il Porto. Il Napoli viene criticato perché dopo il gol di Pandev, che aveva soltanto pareggiato il conto, gli azzurri hanno cominciato a giocare come se fossero già in vantaggio e non hanno avuto la stessa “testa” per chiudere la gara.
L’uomo partita è stato Fabiano. Un portiere che questo giornale ha chiamato “Aranha Negra” (Ragno Nero) dopo una partita assolutamente fantastica, e che sicuramente non dimenticherà mai. Parate strepitose su Mertens (32’), Insigne (al 51’ e all’86’), Higuaín (52’) vengono ricordate tra quelle del portiere, che aveva il difficile compito di sostituire il carismatico capitano Helton.
Insomma, e naturalmente, l’80% degli articoli esaltano la capacità del Porto di riuscire a passare questo turno, soprattutto con il San Paolo pieno e con un’atmosfera per niente facile. Del Napoli si parla benissimo riguardo al suo attacco e alla capacità di creare occasioni da gol. Si, il Napoli sa creare spazi, sa attaccare gli spazi concessi, ma non sa sfruttarli e non ha il cinismo per chiudere le gare.
Una piccola opinione personale: sono queste sconfitte, insieme ai vari pareggi contro Sassuolo, Chievo, Cagliari o Livorno, che faranno crescere la squadra, soprattutto psicologicamente. Il salto di qualità che deve fare il Napoli è precisamente a livello di testa. Ci vuole la cattiveria, il cinismo. Ci manca vincere certe partite per 1-0 giocando un brutto calcio: l’importante è portare a casa i 3 punti. Perché il gioco c’è, la qualità c’è, il talento puro c’è e il San Paolo ci sarà sempre.