Napoli-Wolfsburg 2-2, il pagellone
Andujar 7, Mesto 5, Britos 6, Raul Albiol 6, Ghoulam 6, David Lopez 6, Inler 5,5, Callejòn 7, Hamsik 5,5, Dries Mertens 6,5, Higuain 7
Insigne 6,5, Zapata 6, Henrique s.v.,
Benitez 6
Difficile anche concentrarsi dopo un poker in trasferta. Lo sa Rafa Benitez che, con intelligenza, fa un turn-over limitato e con giudizio, mettendo in campo molti titolari. Che il Wolfsburg creda nell'impresa lo dimostra il primo tempo, dominato sulle fasce e con un Mesto che soffre sia sulla corsa che nel mantenere posizioni e far diagonali. In mezzo, per fortuna, tengono Britos e Raul Albiol, dall'altra parte fa il suo Ghoulam. Al centro, per una volta, il migliore è David Lopez che, peraltro, negli ultimi minuti sale sulla linea dei trequartisti e quasi mette dentro il 3-2. Inler sembra il "solito" che ci fa dannare. La linea dei trequartisti vede Hamsik a scartamento ridotto, Mertens pericoloso, volenteroso e tignoso (lo dimostra persino il raddoppio, fatto di... riflesso con la gamba che reagisce velocissima alla parata di Benaglio) e Callejòn è quello che ricordavamo prima del lungo black-out: terzinaccio quando serve, ala quando può, seconda punta d'inserimento al momento giusto. E tanto era sfortunato prima, quanto ora la dea bendata lo accarezza e oggi un tiro innocuo diventa imparabile grazie a un avversario. Una spanna sopra Gonzalo Higuain, vero uomo squadra: è evidente che ha chiesto di giocare per segnare, rimpinguare il suo bottino europeo e superare chi gli è davanti nella classifica dei marcatori della EL. Ma ciò non toglie che quando conta regali palle decisive e deliziose ai compagni. E forse neanche si accorge quanto sia bello vederlo dipingere calcio, forse persino di più di quando segna. E questo è un dono dei grandi campioni: così poetico nel fare assist, al di là di D10S, forse era solo Eric Cantona.
Una nota di merito va, ancora, a Mariano Andujar. Molti ci hanno contestato per #BastaRafael (sia dato a Domenico Zaccaria ciò che è di Domenico Zaccaria). Bene, alla luce del rendimento continuo e altissimo dell'argentino, anche oggi autore di tre miracoli, si potrebbe dire che in campionato, con lui dall'inizio, ora saremmo ampiamente secondi. Con l'ipocrisia e il politicamente corretto non si vince, se sei scarso devi andar fuori. E riconquistare la maglia con il sudore e dimostrando il doppio rispetto agli altri, come sta facendo Britos.
Ancora ottimo e forse persino più maturo Lorenzo Insigne, che mette altri 30 minuti nelle gambe, Zapata tiene alta la squadra e alla fine prova una percussione delle sue, Henrique entra per onor di firma ma da qualche movimento sembra essere tornato quello della stagione scorsa e se così fosse, uno come lui sarebbe determinante in quest'ultimo mese.
Benitez fa bene nello schierare la squadra dei titolarissimi, o quasi, è forse leggero nel tirar fuori Hamsik prima del diffidato Mertens, piace quando si arrabbia per i due gol subiti in tre minuti che tolgono la vittoria (con i punti del ranking e i soldi annessi che alla società fan sempre comodo). Due colpi di testa che ricordano a tutti che nel reparto arretrato gli azzurri non sono guariti. Ancora David Lopez si perde l'uomo in mezzo, Raul Albiol non trova il tempo per metterci una pezza. Così su corner Klose mette in porta. Poco dopo Guilavogui riceve palla in fuorigioco, Mesto fa la peggior diagonale del secolo e Perisic mostra che persino di testa è un fenomeno.
Ma va bene così. Si torna tra le migliori quattro dell'Europa League dopo 26 anni. E ora è lecito sognare. Mancano cinque settimane. Trentotto giorni. Sono troppo pochi per mollare anche solo un minuto.
Forza Napoli facci sognare!