Ciro Esposito: le ultime
I pm della Procura di Roma intendono interrogare Daniele De Santis, l'ultrà romanista accusato di omicidio per la morte di Ciro Esposito, appena le sue condizioni di salute lo consentiranno. L'uomo è ricoverato in una struttura protetta per le grave ferite riportate durante i fatti del 3 maggio scorso. L'atto istruttoria avverrà sicuramente dopo il 24 settembre, giorno in cui è fissato l'incidente probatorio nel corso del quale verrà consegnata e illustrata la perizia del Racis. Fino ad oggi “Gastone” non è mai stato sottoposto ad un interrogatorio e, nell'ambito di quello di garanzia, decise di avvalersi della facoltà di non rispondere. La sua versione dei fatti, nel momento in cui decidesse di rispondere, potrebbe essere utile a chiarire cosa sia avvenuto nella zona di viale di Tor di Quinto. L'atto istruttorio assume un valore ulteriormente importante anche alla luce della perizia del Racis secondo la quale De Santis ha fatto fuoco in direzione dei tifosi del Napoli, tra cui Ciro Esposito, dopo che si trovava «a terra, sopraffatto dagli aggressori e sanguinante». Una ricostruzione che si discosta con quella fino ad ora ipotizzata dagli investigatori.
I guanti di Daniele De Santis costituiscono un piccolo giallo, anche se ininfluente ai fini della ricostruzione della dinamica dei fatti. Per la Procura Daniele De Santis ha sparato, colpendo Ciro Esposito, Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, mentre indossava i guanti sui quali sono state trovate tracce «univoche e compatibili» con la polvere da sparo, presenti anche sugli abiti dei napoletani feriti. Per il Racis, invece, i guanti potevano non essere indossati ma «essere comunque portati al seguito di De Santis ed essere contaminati durante gli spari». Del resto, si osserva nella perizia, se “Gastone” li avesse indossati durante l'esplosione dei colpi, «sarebbe stato lecito ritrovare su di essi anche delle tracce ematiche che invece sono assenti in entrambi i guanti sia nella parte esterna che in quella interna». Tracce ematiche trovate, invece, su una mano e sulla pistola, forse finita in pozza di sangue formatasi per la ferita che De Santis aveva riportato ad un piede.
I pm della Procura di Roma sono a lavoro per identificare altri tifosi del Napoli, almeno una dozzina, che hanno partecipato al pestaggio di Daniele De Santis, l'ultrà romanista accusato dell'omicidio di Ciro Esposito. Si tratta del gruppo di supporter azzurri che sono intervenuti successivamente alla sparatoria. Nei loro confronti l'accusa potrebbe essere di tentato omicidio. In procura, comunque, si attende il 24 settembre quando verranno illustrate le conclusioni della maxiperizia del Racis sui fatti del 3 maggio. Per i periti De Santis ha fatto fuoco dopo essere stato ferito, mentre si trovava a terra. In quest'ottica gli avvocati di 'Gastonè invocano la legittima difesa o l'omicidio preterintenzionale. Subito identificato invece il primo gruppo di tifosi partenopei, quelli di cui si fa riferimento nella perizia del Racis quando i tecnici dicono che De Santis spara dopo essere stato “sopraffatto dagli aggressori”. (Ansa)