di Boris Sollazzo
Mio caro Giulio, ti capisco. Dopo Livorno ero incazzato nero pure io. Per l'errore di Zapata, per l'apatia di tutta la squadra, per quella incapacità ormai cronica di vincere le partite facili. Quelle che le altre vincono tre o quattro a zero.
Poi però finisco di leggere e mi rendo conto che quel Rafa a te piace parecchio. Tanto da essere esigente e sensibile ai suoi errori, come succede con le donne, ma solo con quelle davvero importanti. Quelle con cui vuoi passarci tutta la vita.
Ci sono quelle a cui ti affezioni, ma che non ti fanno perdere la testa, poi ci sono quelle che ti fanno impazzire. Ecco perché sei poco lucido nel pensare a Mazzarri e Benitez. Tra loro intercorre la stessa differenza.
C'era qualcosa che non andava quando ti lamentavi dei troppi punti persi. Così sono tornato indietro nel tempo.
Quando è arrivato il toscanaccio in effetti si vinceva sempre contro le piccole, mica come con Rafa. Pensa, nel 2009-2010, dopo aver preso il posto di Donadoni, il nostro pensó bene di pareggiare all'andata e al ritorno con il Cagliari, così come contro una Lazio non irresistibile. Al San Paolo ci fermarono anche Palermo e Genoa. Ah, tutte partite in cui giocammo piuttosto male e in alcuni casi come contro il Cagliari con errori difensivi imbarazzanti. Pensa che con il Parma andò peggio: pari e patta al Tardini e perdemmo al San Paolo per colpa di Quagliarella, altro che Zapata domenica pomeriggio. Tornammo con le pive nel sacco pure da Bologna, da Genova, sponda blucerchiata, e da Udine, pareggiammo a Catania e a Siena. Ti assicuro che almeno in tre occasioni di queste fummo così apatici che molti tifosi azzurri ebbero episodi gravi di narcolessia. E tieni presente che con le grandi le prendevamo di santa ragione regolarmente e in Coppa Italia, nei sedicesimi di finale, facemmo giocare uno Iezzo che quasi non riusciva a muoversi. Tre a zero per loro e tutti a casa.
Mi dirai: era il primo anno, cosa pretendi? Potrei dirti che anche questo è solo l'inizio di Benitez, ma sarei scorretto: quella non era la squadra di Walter, anche se ci si affezionó subito parecchio. Quindi andiamo all'anno dopo. Quello della qualificazione in Champions, dove inizia l'epopea dei tre tenori. Grande annata, ricordi?
In Coppa Italia uscimmo nei quarti contro l'Inter, ai rigori, dopo una gran partita contro Mourinho, in Europa soffrimmo nel girone ma alla fine le recuperavamo quasi tutte. Ci andò male con il Villareal, ma cavolo vuoi mettere le imprese contro Arsenal e Borussia con quelle di Utrecht e Bucarest? Scherzi a parte, quell'anno sì che riuscivamo a vincerle tutte, anche nel recupero, non mollavamo mai. O forse no.
Già: pensa, perdemmo quattro volte contro Chievo e Udinese, all'andata e al ritorno, perdemmo a Palermo e Lecce, pareggiammo a Catania e contro Bari e Brescia, al San Paolo. Cavolo, lo so, anche io sono un po' deluso, ricordavo meglio.
L'anno dopo, altra musica: facemmo ben 11 punti in Champions e passammo. Mica 12 come quest'anno. Poi uscimmo contro i campioni d'Europa a febbraio e vincemmo la Coppa Italia. Insomma, concorderai con me che sembra molto simile alla stagione attuale il cammino.
Facemmo 61 punti. Non a questo punto del campionato, però. In tutta quanta la stagione!
Tu pensa che fummo sconfitti fuori casa da Chievo, Catania, Genoa e Bologna (lì perdemmo la qualificazione in Champions), e pure in casa con Parma e Atalanta. Ti assicuro che furono tutte brutte partite: in alcune avemmo anche tante occasioni, ma questo vale anche per Genoa e Livorno quest'anno, almeno cinque possibilità chiare di segnare le abbiamo avute in entrambi i match.
Pensa che pareggiammo a Novara, che retrocesse, e in casa ci facemmo bloccare, così come accadde con il Bologna e il Catania, pure dal Cesena. Finita in B anche lei. A Cagliari e Siena non facemmo meglio, a Bergamo non tornammo con zero punti solo per un mezzo miracolo. Contro la Lazio perdemmo all'Olimpico e pareggiammo in casa. Ah, pensa: perdemmo nella semifinale d'andata di Coppa Italia. Ma non contro una super Roma, bensì contro un Siena imbottito di riserve. Là la lavatrice ce la mise in quel posto il mago D'Agostino. Ero là. Ci salvammo, in parte, per un autogol. So che te la ricordi come una stagione grandiosa, e lo è stata. Però questa, per ora, è meglio. Ma tu ti arrabbi lo stesso.
Ti dirò che forse Mazzarri imparò a non perdere punti come fa ora lo spagnolo, solo al suo quarto anno. Sebbene perdemmo in casa con il Bologna in campionato e nella coppa nazionale, ci facemmo umiliare in Europa più volte, perdemmo a Bergamo e contro il Chievo, pareggiammo male contro Torino e Sampdoria a Fuorigrotta.
A Catania non si vinse neanche quell'anno, pur giocando in superiorità numerica per 87 minuti più recupero! Arrivammo secondi. Trascurando tutto il resto. A dicembre smettemmo di difendere quella coccarda che avevamo sulla maglia, a febbraio praticamente non scendemmo in campo contro il 36enne adiposo Horvath del Viktoria Plzen: 5-0 in 180 minuti da una squadra sì rognosa, ma non irresistibile. Anzi.
Ma a te il buon Benitez sembra un incubo, perché quell'Aurelio De Laurentiis che pensi dovrebbe spendere di più ha tirato fuori 100 milioni di euro. Ma sei davvero sicuro che questa squadra sia davvero più forte della precedente? O forse è solo diversa? Quel manipolo di eroi sfigati che davano tutto, i tuoi calabroni, erano peggiori dei nostri? Io non credo.
Siamo sinceri: difesa e centrocampo sono equivalenti, visto che Raul Albiól e Reina non sono poi così più forti di Campagnaro e De Sanctis, e che Cannavaro, ottimo con Walter, con Rafa non è mai pervenuto. A centrocampo, speriamo che Jorginho segni il salto di qualità rispetto al passato. Ma è arrivato solo un mese fa. Davanti il nostro ha avuto a lungo Cavani e Lavezzi, mentre l'iberico si è portato Callejón e Mertens che ora conosciamo come campioni ma che in estate, lo so, ti facevan tremare. Gli vogliamo dare qualche merito all'ex coach di Valencia e Liverpool, su queste scelte?
Higuain è sua maestà, non si discute, ma ancora adesso troviamo chi rimpiange Cavani. Quindi, che differenza c'è? Insomma, va detto, in tutta franchezza, che affermare che la squadra sia più forte rispetto al passato mi sembra eccessivo. Si è cambiato molto, perché filosofia di gioco e progetto sono diametralmente opposti: dovevamo aspettarci un gruppo diverso, non migliore. Non a caso i punti deboli sono le colonne del passato (i mozzi da buttare a mare di cui parla il presidentissimo?), siamo in un anno di transizione, non si poteva cambiare tutta la rosa. Né si doveva: Mesto dimostra che bisognava dare un'occasione a chi aveva dato molto in passato.
E poi diciamo pure che gli infortuni traumatici e quindi non dipendenti dalla preparazione, l'hanno resa a lungo peggiore della precedente. Immagina Walterone senza Behrami, Hamsik, Zuniga, Reina per tanto tempo: il nostro avrebbe inondato tutti i campi di lacrime, rendendolo inagibili.
Ma tu, mio caro Giulio, da Don Rafé vuoi il miracolo, vuoi la storia d'amore perfetta, non accetti che faccia cilecca ogni tanto. Da Mazzarri, in fondo, te lo aspettavi. Lui non ti faceva umiliare la Roma, passeggiare sul Borussia, annichilire l'Arsenal tanto da farti applaudire e consolare dai tifosi inglesi per l'ingiusta eliminazione dall'Europa più nobile. Non vinceva a Milano, a Firenze, a Roma contro la Lazio. La sua debolezza è anche la sua forza: dimostrarti che può arrivare ovunque ti frustra, perché a volte (si) perde in un bicchier d'acqua. L'altro, in quattro anni, ti ha dato quest'impressione solo con il Manchester City. E il sospetto che fosse più merito nostro, che suo, lo hai sempre avuto, dì la verità.
Smettiamola, però, di fare questi confronti. Perché Mazzarri ci ha dato tanto - anche se rimango convinto che abbiamo dato più noi a lui - e di questo gli sarò sempre grato. Meno, francamente, gliene sarò per la pantomima dell'addio, per essersi portato Campagnaro con sé, per aver nascosto Rolando, per aver detto che Icardi non gli serviva a gennaio e poi farlo arrivare a Milano in estate. Piccolezze. Meschinità.
Diamo a Benitez almeno il tempo dato agli altri. Siamo in corsa su tre fronti e la Fiorentina, che ha avuto un cammino più facile nelle coppe, è l'unica a poterlo dire con noi. Tieni presente, però, che ha sette punti in meno e con una rosa di tutto rispetto, non inferiore alla nostra. Lo so, lo capisco: ora avendo vinto anche solo tre di quelle partite "facili", ce la giocheremmo contro i giallorossi, mentre probabilmente ora dobbiamo rassegnarci a lottare "solo" per il terzo posto.
Rafa guarda così avanti che vuole Castel Volturno rimessa a nuovo. Perché Trigoria e Milanello sono di un'altra categoria. Non essere impaziente, lui non lo è. Perché lui sa con le donne, quelle importanti, quelle che ami davvero, non devi esserlo mai.
Ti aspetto, amico mio, il 13 marzo, per Porto-Napoli. E sorriderò quando mi dirai della tua speranza di essere eliminato. Perché ormai ti conosco, Mascherano. Pardon, mascherina.